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Steve Jobs: “il mondo non si ricorderà di me e dei miei prodotti nei secoli”

Il cofondatore di Apple in un video inedito del 1994 si espone con un discorso per nulla autocelebrativo. Si rapporta ai quadri e alle chiese dichiarando di non essere come loro e di non avere possibilità di ricordo in futuro.
A cura di Bruno Mucciarelli
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Il grande mentore, il grande fondatore, il grande Steve Jobs. Un personaggio di mirabile spicco che ha permesso di creare non solo una grande azienda, ma anche una vera e propria filosofia di vita per quanto concerne il mondo della tecnologia. Ma se di lui molte cose sono state svelate, tra libri, racconti di colleghi e dei conoscenti, ancora molto si potrà scoprire in futuro. E' il caso di un video inedito del 1994 esternato sul canale di YouTube EverySteveJobsVideo in cui un giovane Steve Jobs parla apertamente del proprio futuro e di come le persone lo ricorderanno.

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Ogni cosa che ho fatto nella mia vita diventerà obsoleta prima dei miei 50 anni. I miei sistemi non sono la stessa cosa di un quadro o di una Chiesa e non sono destinati a essere ammirati e a sopravvivere nei secoli. Mi sento come uno strato di roccia che sedimenta e che è solo una piccola parte di una montagna alta dalla cui superficie nessuno può vedere quello strato. Tra meno di dieci anni interesserò soltanto i geologi.

Paul Steven Jobs 

E' chiaro e palese che tutte le parole esternate dal genio di Cupertino non si siano assolutamente avverate. Il mondo della tecnologia, dalla telefonia all'informatica, ha cambiato e si è evoluta proprio grazie a quello che Steve Jobs è riuscito a creare. Tutto il mondo degli storici imprenditori dell’hi-tech parlano dell’inventore della mela morsicata paragonandolo addirittura a Cosimo de’ Medici o alla Rivoluzione Francese proprio per quell’impatto che ha avuto nella società. Steve Jobs era impregnato da uno spirito di evangelizzazione e dal desiderio di cambiare il mondo, ideando una serie di oggetti utili, ma anche naturalmente belli e ha saputo intercettare una rivoluzione nel suo divenire, conquistandosi quel passaporto per l’eternità solitamente riservato a pittori o scultori. Parole forti quelle di John Warnock, fondatore di Adobe e di Nolan Bushell, fondatore di Atari.

Erano gli anni 70 quando in un garage di Cupertino, Steve Jobs e Stephen Wozniack,  inventarono il personal computer Apple, divenuto poi nel 1984 Macintosh. L'anno seguente fu cacciato dalla sua azienda per tornarvi poi nel 1997, con lo stipendio annuo di un dollaro, ma pronto a dare tutto se stesso e molto di più. Intuì la grande fortuna della musica su file, quindi ideò iTunes per venderla e condividerla ed anche l'iPod per ascoltarla. Quindi portò sulla terra l'iPhone e tutto il resto è storia. Ha lasciato il segno ed è indubbio che oggi Steve Jobs non possa non essere considerato una delle menti più importanti dei nostri tempi.

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