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Su Facebook puoi pubblicizzare alcool e dating a pagamento ai minorenni: la denuncia

Il gruppo di pressione Reset Tech ha pubblicato in questi giorni i risultati di un esperimento condotto in Australia, durante il quale i suoi ricercatori si sono finti una delle tante aziende presenti sul social e, attraverso gli strumenti per le inserzioni forniti dalla piattaforma, sono riusciti a farsi approvare annunci pubblicitari per prodotti e servizi vietati ai minori, indirizzandoli a utenti dai 13 ai 17 anni.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Bevande alcoliche, prodotti per il fumo e perfino servizi di dating a pagamento proposti specificamente a bambini e ragazzi che hanno più probabilità di sentirsene allettati: avviene su Facebook, stando all'allarme lanciato dall'associazione Reset Tech. Il gruppo di pressione ha pubblicato in questi giorni i risultati di un esperimento condotto in Australia, durante il quale i suoi ricercatori si sono finti una delle tante aziende presenti sul social e, attraverso gli strumenti per le inserzioni forniti dalla piattaforma, sono riusciti a farsi approvare annunci pubblicitari per prodotti e servizi vietati ai minori, indirizzandoli a utenti dai 13 ai 17 anni.

La profilazione degli utenti

Il rapporto è stato pubblicato in queste ore e punta il dito su una parte del social network invisibile ai più: il sistema di acquisto delle inserzioni. Le aziende presenti su Facebook possono mostrare annunci pubblicitari a categorie di pubblico ben specifiche, per cercare di arrivare a persone già potenzialmente interessate ai loro prodotti o ai loro servizi; Facebook dal canto suo è in grado di offrire questa possibilità perché tiene traccia di tutti i Mi piace, tutti i commenti e tutte le interazioni di tutti gli iscritti, e di ciascuno può tracciare un ritratto molto dettagliato delle sue passioni e interessi.

Avviene così che, quando un'azienda di dolciumi negli Stati Uniti lancia un nuovo snack al cioccolato, può decidere di pubblicizzarlo agli iscritti dai 18 ai 32 anni appassionati di cioccolata, colazione, biscotti, latte e caffelatte, e con un reddito non necessariamente elevato – magari decidendo di limitare la sua campagna a un'area specifica del Paese.

Minorenni nel mirino

Per quanto invisibili ai normali utenti, gli strumenti per le inserzioni non sono un segreto, ma il modo in cui Facebook realizza gran parte dei suoi guadagni. Il problema – denuncia Reset Tech – è che questo tipo di profilazione avviene anche per gli utenti minorenni, e che in alcuni casi riguarda materie e interessi a loro vietati: il social può infatti selezionare un pubblico di minorenni interessati alle scommesse, all'alcool, al fumo, agli appuntamenti online e alla perdita estrema di peso.

Non è tutto: dopo aver selezionato questi utenti, il gruppo ha poi proseguito ideando delle finte campagne pubblicitarie – con immagini e testo che rimandano a ricette per cocktail, giochi a premi online e servizi di dating sponsorizzati esplicitamente come al confine con quelli di escort.

La situazione in Italia

In Italia, stando agli strumenti di Facebook, il pubblico totale dei minorenni raggiungibili tramite le inserzioni è di 230.000 persone. Su temi come bevande alcoliche e dating online, il social restituisce un numero di utenti troppo basso per poter far partire una campagna sul suolo nostrano, il che può anche voler dire che semplicemente i minori non sono profilati sotto questi punti di vista. D'altro canto il social sa che gli iscritti dai 13 ai 17 anni che si possono ipotizzare fumatori o interessati al tema sono almeno 11.000 e permette di lanciare campagne pubblicitarie rivolte esclusivamente a questa categoria di persone. Questo non vuol dire che annunci incentrati sull'acquisto di prodotti o accessori per il vaping possano effettivamente partire, perché il meccanismo di approvazione interviene dopo la selezione del pubblico; stando a quanto avvenuto in Australia però, il rischio è concreto.

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