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Telecom Italia e 3 Italia: fusione sì o no?

Tante voci nell’ultimo mese sulla fusione tra il colosso della telefonia Telecom Italia ed il quarto operatore nazionale, 3 Italia. Quali sono i pro e contro e quale sarà l’esito finale dell’operazione?
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Telecom Italia e 3 Italia: fusione sì o no?

Nell’ultimo mese sì è vociferato tanto sulla “love-story” tra Telecom Italia e 3 Italia, in quanto i due sembrerebbero unirsi per superare la crisi delle telecomunicazioni, nello specifico attraverso l’acquisto di 3 Italia da parte di Telecom.  Anche il mercato borsistico è stato colpito da un certo fermento una volta appresa la notizia e si è assistito a quotazioni di Telecom pari a 0,45 euro per azione da parte di Ubs, contro 1 euro da parte di Kepler.

Certo fino alla scorsa settimana Telecom Italia ha chiuso in rialzo alla Borsa di Milano con il titolo che è avanzato dello 0,49% a 0,617 euro.

Il tutto accade perché quattro operatori nel mercato italiano sono troppi per reggere una posizione di oligopolio con sufficienti risorse per ciascuno, quindi le carte tra Vodafone, Telecom, Wind e 3 Italia (non considerando tutti gli operatori minori) si devono rimescolare.

Telecom ha registrato da sei-sette anni a questa parte un costante calo di fatturato (si parla di 1 miliardo all’anno) e 3 Italia ha chiuso i suoi bilanci in negativo. La fusione, pertanto, ridarebbe ossigeno ad entrambe le compagnie, non senza criticità per il mercato.

La prima conseguenza della fusione sarebbe la cessione della rete alla Cassa depositi e prestiti, trasformando la nuova Telecom in una società di servizi. Certo è che sul piano fiscale una conseguenza sarebbe anche il riversamento delle perdite di 3 sugli utili di Telecom, con una riduzione delle uscite verso l’erario.

Quali i vantaggi specifici della fusione?

1)      Una riduzione della guerra delle tariffe nel settore della telefonia mobile, dato un concorrente in meno nell’arena competitiva (3 Italia uscirebbe fuori, appunto)

2)       Un socio cinese appetitoso per ridare ossigeno alle casse: Hutchison Whampoa ha 17 miliardi di dollari di liquidità

3)      La rete di accesso per la telefonia fissa passerebbe da Telecom allo Stato (non agli stranieri), con vantaggi in termini concorrenziali e per il mercato finale.

4)      La liberazione dalla golden share di Telecom, diventando questa più contendibile – oltre che meno indebitata – con una potenziale crescita dela valore delle azioni in Borsa.

Certo fare entrare i cinesi in uno dei comparti più forti del paese non è una bella medaglia che l’Italia potrà mostrare: non si tratta certo di una mossa patriottica.

In ogni caso tutte le valutazioni potrebbero tradursi in una bolla di sapone, in quanto l’esito dell’operazione non è poi così scontato.

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