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Telegram, in arrivo la crittografia peer-to-peer: “È migliore di quella di WhatsApp”

WhatsApp attacca e Telegram risponde. Il CEO di Telegram, Pavel Durov, ha annunciato su Twitter i piani futuri per l’app, che presto potrebbe adottare la crittografia peer-to-peer, ancora più efficiente di quella attualmente utilizzata dalle due applicazioni.
A cura di Marco Paretti
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WhatsApp attacca e Telegram risponde. Sono passati solo pochi giorni da quando la nota applicazione per la messaggistica istantanea ha aumentato la portata della crittografia end-to-end a tutti i contenuti condivisi tramite il servizio, comprese chiamate e immagini. Una passo in avanti importante che impedisce a chiunque, persino alla stessa azienda, di accedere al contenuto dei messaggi. In realtà la rivale Telegram offre già da diverso tempo la stessa crittografia, che per anni è stata il vero fiore all'occhiello dell'applicazione di Pavel Durov, fondatore e CEO.

Era stato proprio Durov ad annunciare su Twitter i nuovi piani di Telegram, che in futuro potrebbe adottare la crittografia peer-to-peer, ancora più efficiente di quella attualmente utilizzata dalle due applicazioni e basata sul sistema Open Whispers. Il suo sviluppo, secondo le ultime indiscrezioni, dovrebbe essere già a buon punto e, sebbene non esistano ancora indicazioni sul suo lancio, la novità potrebbe raggiungere i dispositivi nel breve periodo, anche per mantenere le distanze da WhatsApp sotto l'importante tematica della sicurezza. Ma come funziona questa crittografia e perché è più sicura di quella end-to-end?

In breve, perché l'invio dei messaggi non andrebbe più a sfruttare i server dell'azienda, ma trasformerebbe i dispositivi in dei veri e propri server locali in grado di inviare i messaggi agli utenti nelle vicinanze. In questo modo smartphone, tablet e PC diventerebbero dei nodi attraverso i quali i messaggi potrebbero viaggiare in sicurezza protetti dalla classica crittografia end-to-end, che quindi richiede una chiave presente solo nei device coinvolti nello scambio di battute: le altre persone, insomma, non possono leggere i messaggi nonostante transitino sui loro dispositivi. Un sistema efficiente che andrebbe quindi a "scavalcare" i classici metodi si trasmissione e, di conseguenza, eventuali blocchi imposti dalle autorità. Ora resta da capire quali siano le tempistiche di rilascio, che potrebbero richiedere poche settimane o diversi mesi.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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