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Terrore ad Istanbul, il governo blocca l’uso dei social media: Facebook attiva il Safety Check

Subito dopo il nuovo e terribile attentato terroristico che ha colpito ancora Istanbul, questa volta è stato preso di mira l’aeroporto Ataturk, il governo, attraverso il Turkish Supreme Board of Radio and Television (Rtuk), l’organo che ha il compito di vigilare sulle attività di tutti i media nel paese, ha bloccato l’accesso e quindi l’utilizzo dei social media.
A cura di Francesco Russo
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Subito dopo il nuovo e terribile attentato terroristico che ha colpito ancora Istanbul – questa volta è stato preso di mira l'aeroporto Ataturk – il governo, attraverso il Turkish Supreme Board of Radio and Television (Rtuk), l'organo che ha il compito di vigilare sulle attività di tutti i media nel paese, ha bloccato l'accesso e quindi l'utilizzo dei social media. A distanza di un'ora dal terribile attentato che ha fatto 36 vittime e centinaia di feriti, Twitter e Facebook risultavano già inutilizzabili. L'attentato all'aeroporto Ataturk purtroppo è l'ennesimo che colpisce il paese negli ultimi mesi e il blocco dei social media è stato applicato in quasi tutte le occasioni allo scopo, dicono le autorità turche, di "difesa nazionale e di mantenere l'ordine pubblico".

Non è la prima volta che in Turchia si registra un blocco dei social media in seguito a tragici eventi spesso legati ad attentati terroristici. E questo è valso anche nel terribile attentato che ha colpito l'aeroporto di Istanbul, la città più grande di tutto il paese. Un'ora dopo gli attentati, secondo quanto riporta il sito Vocativ, è stato emesso un ordine di blocco che coinvolge anche i social media direttamente dal primo ministro turco, Ahmet Davutoglu, per motivi di "sicurezza nazionale e ordine pubblico". Obiettivo è quello di evitare la diffusione di immagini relative alle scene degli attentati all'aeroporto per evitare "un racconto esagerato" della scena dell'attentato. L'ordine vieta anche di condividere immagini che ritraggono possibili sospetti.

A rendere ancora più stringente l'ordine, che si rifà alla "legge internet" che di fatto autorizza i ministri ad intervenire, è anche l'ordinanza emessa da un tribunale di Istanbul che ha esteso il "divieto di condividere immagini, video e interviste" che riguardano l'attentato anche attraverso internet. Immediato quindi il blocco di Facebook e Twitter. La diffusione delle immagini relative agli attacchi "potrebbe turbare la società e creare panico".

Il governo turco sceglie la strada del bavaglio sui mezzi di comunicazione, internet e social media compresi, per affrontare le immediate conseguenza di un attacco terroristico. Impedire l'uso dei social media in situazioni come queste potrebbe rivelarsi una scelta sbagliata. Come già accaduto in situazioni simili, diffondere informazioni relative a ciò che sta accadendo nei momenti successivi, a diffondere informazioni di assistenza a tutte quelle persone coinvolte sulla scena dell'attentato, a diffondere informazioni verso l'esterno e ad aiutare a diffondere immagini che coinvolgono eventuali attentatori ritratti nei momenti successivi all'attentato, può invece rivelarsi di grande aiuto

Un atteggiamento simile il governo turco lo tenne anche in occasione dell'attacco terroristico ad Ankara, lo scorso mese di ottobre. In quel caso il governo parlò però di rallentamento dei servizi di comunicazione. Nel giro di poche ore tutti i servizi di comunicazione furono ripristinati, vedremo come si svilupperà la situazione in relazione a questi nuovi attacchi.

Come già il altre occasioni simili, Facebook ha attivato il Safety Check, il servizio che aiuta gli utenti del social network a comunicare la propria posizione ed eventualmente far sapere agli altri contatti di essere nel luogo teatro del tragico evento.

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