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TikTok è finita al centro di una class action: “Spedisce in Cina i dati degli utenti”

Nella causa intentata negli Stati Uniti da una studentessa californiana contro lo sviluppatore ByteDance si sostiene che l’app sottragga numeri di telefono, dati biometrici e altre informazioni agli utenti anche quando questi non sono iscritti alla piattaforma. Queste informazioni verrebbero raccolte e inoltrate a server cinesi.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Da tempo ormai su TikTok si stanno abbattendo critiche provenienti da più parti sulla sicurezza dei dati degli iscritti alla piattaforma. L'azienda ha sempre rispedito al mittente ogni accusa al riguardo – in particolare quella di mettere le informazioni degli utenti a disposizione del governo cinese – ma presto dovrà dimostrare la fondatezza delle proprie affermazioni in tribunale: in questi giorni infatti è stata avviata una class action contro lo sviluppatore dell'app, ByteDance, nella quale si accusa TikTok di raccogliere indebitamente informazioni su chi installa l'app e di inviarle in territorio cinese.

Ad avviare la procedura legale è stata Misty Hong, una studentessa californiana che sostiene di essere stata al centro di una raccolta di informazioni sul suo conto senza nemmeno essersi iscritta all'app. TikTok in effetti si può utilizzare anche senza iscrizione, ma Hong sostiene di aver scoperto, qualche mese dopo aver installato l'app, che quest'ultima aveva comunque memorizzato il suo numero di telefono e inviato il tutto a server cinesi insieme ad altri dati biometrici, ottenuti probabilmente analizzando dei video che la studentessa aveva caricato nell'app come bozze senza però pubblicarli.

Nella causa intentata a ByteDance si sostiene anche che l'app invii la cronologia dei siti visitati a server di proprietà dei colossi cinesi Tencent e Alibaba, ma anche che contenga codice sorgente del gigante delle ricerche cinese Baidu e di un servizio pubblicitario cinese che nel 2017 è risultato connesso alla diffusione di spyware sugli smartphone locali. Nei documenti depositati però non sono contenute prove al riguardo, e per avere chiarimenti in merito occorrerà attendere i prossimi giorni: nel corso del procedimento la studentessa spiegherà probabilmente come è riuscita ad arrivare a simili conclusioni, mentre Bytedance difenderà la posizione da sempre assunta sul tema della privacy – ovvero che le informazioni degli utenti vengono stoccate fuori dalla Cina e non sono soggette alla legislazione locale.

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