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TikTok sotto accusa in una causa miliardaria: “Abusa dei dati dei bambini”

Secondo la causa intentata a TikTok, la piattaforma rastrella informazioni personali degli utenti senza dare adeguatamente conto di diversi aspetti della raccolta dati agli utenti né ai genitori. L’azione legale cerca di coinvolgere i minori di 16 anni e di 13 anni residenti rispettivamente nei Paesi UE e nel Regno Unito.
A cura di Lorenzo Longhitano
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TikTok è una piattaforma che si rivolge ancora prevalentemente a giovani e giovanissimi, motivo per cui l'attenzione nei suoi riguardi è particolarmente alta. Il modo in cui vengono trattati dei piccoli iscritti è uno dei temi più caldi che caratterizzano il dibattito intorno all'app, e in questi giorni è destinato a tornare sotto i riflettori: nel Regno Unito infatti i gestori sono stati denunciati per raccolta e utilizzo improprio di queste informazioni, e rischiano di dover pagare risarcimenti miliardari a tutti gli utenti coinvolti non solo in patria ma anche nei Paesi dell'Unione Europea.

"Raccolta dati mascherata da social"

A portare avanti la causa è Anne Longfield, che fino a pochi mesi fa nel Regno Unito ha assunto la guida dell'autorità nazionale per i diritti dei bambini e dunque ha una certa familiarità con la questione. Secondo la causa intentata a TikTok, la piattaforma rastrella informazioni personali degli utenti senza dare adeguatamente conto di diversi aspetti della raccolta dati agli utenti né chiedere il consenso ai genitori, che dovrebbero avere l'ultima parola su eventuali decisioni in merito: numeri di telefono, video, posizione accurata e dati biometrici vengono estratti dall'utilizzo dell'app a scopo pubblicitario, anche quando appartengono a minorenni. TikTok – è l'accusa della Longfield – è in sostanza "un servizio di raccolta dati mascherato da social network, che ha ingannato i genitori deliberatamente e con successo"; alla luce di ciò, i genitori hanno il diritto di sapere con chiarezza quali siano le informazioni estratte dall'utilizzo dell'app.

Cosa c'è in gioco

Per Longfield, l'illecito colpirebbe ogni bambino che abbia utilizzato TikTok a partire dal 25 maggio 2018, e nella fattispecie i minori di 16 o 13 anni residenti rispettivamente in UE o nel Regno Unito; solo in quest'ultima area si parla di una platea di oltre 3 milioni e mezzo di persone, ma il pubblico dell'app nel resto dell'UE è molto più vasto. Se TikTok dovesse essere riconosciuta colpevole di violare le leggi sulla protezione dei dati personali in vigore nelle due aree, la richiesta sarà quella di cancellare i dati accumulati e di indennizzare gli utenti colpiti: in questo caso, sempre stando a Langfield, l'ammontare totale da corrispondere potrebbe essere nell'ordine dei miliardi di euro.

La risposta di TikTok

I gestori dell'app hanno già risposto all'iniziativa legale affermando che privacy e sicurezza online sono priorità all'interno dell'app, che le accuse rivoltele sono infondate e che la vicenda proseguirà nelle aule di tribunale dove l'azienda intende difendersi. La causa – hanno anticipato i querelanti – potrebbe però richiedere anche tre anni prima di giungere al termine.

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