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Trova il nonno morto su Google Maps e si emoziona: “Era seduto davanti a casa”

Nei giorni scorsi una ragazza statunitense ha trovato per caso il nonno defunto visitando la sua vecchia fattoria su Street View. L’uomo è venuto a mancare anni fa ma la cartografia digitale lo mostrava ancora fuori dalla sua abitazione; la storia è diventata virale e sta ispirando molti a intraprendere lo stesso tipo di ricerca.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Ormai tra i meandri della Rete non è infrequente trovare tracce del proprio passato che non si sospettava neppure esistessero. La modalità Street View di Google Maps non fa eccezione e anzi è spesso utilizzata da utenti di tutto il mondo per rivisitare le strade e i quartieri della propria infanzia e osservare la trasformazione che hanno subito negli anni. È esattamente quello che intendeva fare Leslie Yajaira, giovane statunitense originaria del Messico, che però dopo aver percorso virtualmente la via che conduce al suo vecchio luogo di origine ha trovato una sorpresa inaspettata: il nonno venuto a mancare diversi anni prima – ancora vivo nella ricostruzione digitale di Street View risalente al 2014.

La giovane ha raccontato la sua esperienza su Twitter confessando di essersi commossa nell'aver rivisto il nonno così inaspettatamente. I due – ha raccontato Yajaira – non sono mai riusciti a dirsi realmente addio, e le immagini riprese dal servizio di cartografia digitale hanno dato a Yajaira un'ultima occasione di vedere il parente nella quotidianità. L'esperienza della ragazza non ha solamente commosso i social, ma ha ispirato centinaia di persone a intraprendere la loro propria personale ricerca di amici, parenti e animali domestici scomparsi recentemente.

Se da una parte la cartografia di Google Maps viene aggiornata con una certa frequenza, la banca dati di Street View non subisce aggiornamenti così frequenti. Le mappe in effetti richiedono solamente la sostituzione di immagini satellitari con serie rinnovate periodicamente, mentre per Street View lo sforzo da impiegare è decisamente maggiore: vanno organizzati e realizzati i viaggi delle Google Car che devono fisicamente percorrere le strade da mappare, mentre le centinaia di migliaia di fotografie sferiche catturate dalla strumentazione dell'azienda vanno composte in un mosaico contiguo e navigabile dal web e dalle app per smartphone.

Per questo può capitare che alcune aree del pianeta– specialmente quelle lontane da città e metropoli – non subiscano aggiornamenti della banca dati da anni, e che il servizio mostri ancora persone che in realtà non ci sono più. La storia di Leslie Yajaira ha fatto il giro del mondo e, oltre ad aver attirato l'attenzione di Google (che ha ringraziato la giovane per aver condiviso la sua storia), su Twitter sta facendo da raccoglitore per le testimonianze di chi, come lei, ha perduto qualcuno ritrovato poi nella realtà virtuale di Street View.

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