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Trova un messaggio in bottiglia, ritrova per caso l’autore grazie agli algoritmi di Facebook

Nel messaggio era presente un messaggio di saluto con un semplice recapito telefonico, ormai irraggiungibile da tempo. Il numero chiamato ha però attivato gli algoritmi di Facebook, che ne hanno trovato il vecchio proprietario e l’hanno proposto all’autore del ritrovamento come potenziale nuovo amico.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Un messaggio in bottiglia trovato per caso sul bagnasciuga di una spiaggia nel Regno Unito; un contenuto chiaro ma dei mittenti impossibili da ricontattare — almeno fino ad oggi, quando a fornire i mezzi per farlo ci hanno pensato gli algoritmi di Facebook. La storia l'ha raccontata in questi giorni la BBC ed è quella di Miles Taverner, un artista dell'Essex che poco tempo fa ha rinvenuto una misteriosa missiva imbottigliata; i suoi autori, che la gettarono in mare ormai 8 anni fa sono stati ritrovati proprio grazie al social network (e alla sua brama di dati personali).

Stando al racconto di Taverner, sigillato nella bottiglia ritrovata sulla spiaggia della sua residenza a Burnham-on-Crouch era presente un biglietto dal contenuto molto semplice: "Se trovate questo messaggio, vi preghiamo di contattare Chloe e Alfie. Con amore, da Clacton-on-Sea Inghilterra". Di seguito alla nota era presente un numero di telefono, che però — quando l'autore del ritrovamento ha provato a ricontattarlo — è risultato essere non più attivo. Pochi giorni dopo però la chiamata a vuoto Facebook ha però proposto a Taverner di stringere amicizia con un certo Alfie: l'artista ha accettato il suggerimento e ha scoperto che la persona in questione era proprio l'autore del messaggio in bottiglia, altrettanto incredulo.

Cosa è successo

Una spiegazione su come sia potuto avvenire il collegamento l'ha fornita in parte lo stesso Alfie, raccontando che in fase di creazione del suo profilo Facebook ha aggiunto tra le informazioni di recapito anche quello che allora era il suo numero di telefono — lo stesso riportato nel messaggio in bottiglia e ora non più attivo. Da una parte dunque Facebook ha continuato così ad associare per anni il vecchio numero all'identità di Alfie; d'altro canto il social ha rilevato il tentativo di Taverner di comporre il medesimo numero, probabilmente dopo averlo salvato in rubrica. Nessuna coincidenza dunque, ma semplicemente una manifestazione di due delle tendenze principali che animano gli algoritmi di Facebook: quella ad ammassare le informazioni personali dei suoi utenti, e quella di connetterli tra loro.

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