Il collettivo di hacker turco RedHack sarebbe riuscito ad accedere al sito di una compagnia elettrica turca, la Soma Electricity Production Company, eliminando tutte le bollette ancora in sospeso presenti negli archivi dell'azienda. Gli hacker avrebbero eliminato bollette per un valore complessivo di 650 mila dollari, colpendo in una regione, quella della zona di Soma, dove lo scorso maggio morirono 301 minatori a causa di un incendio.
I responsabili hanno spiegato che si è trattato di un'operazione dedicata alla popolazione di Yirca e Validebag messa in atto per far capire che esistono valori più importanti dello status e dei soldi. L'attacco è stato confermato dal ministro turco dell'energia, che però sminuisce il tutto: "I nostri sistemi non permettono la cancellazione permanente delle fatture. Le copie originali sono conservate presso TEIAS".
L'azione è stata peraltro registrata e pubblicata attraverso un video che mostra, passo per passo, tutte le operazioni che hanno portato all'intrusione e all'eliminazione delle bollette. Il filmato è stato pubblicato su Vimeo per poi essere ripreso su tutto il web, arrivando persino a ricevere i complimenti della comunità di Anonymous.
Da diverso tempo il gruppo di hacker comunisti è al centro di molti attacchi indirizzati verso il governo turco. Operazioni che non puntano tanto a destabilizzare sistemi e siti web, quanto ad attaccare il governo e motivare i suoi oppositori. La libertà di parola in Turchia è stata drasticamente limitata nel tempo, complice la chiusura di diversi giornali e l'oscuramento di siti web come Twitter e YouTube. I membri di RedHack, inoltre, vengono considerati dei veri e propri terroristi dal governo.
Anche l'ultimo attacco alla compagnia elettrica rappresenta un forte segnale lanciato all'autorità politica attraverso attacchi hacker. La Soma Electricity Production Company ha sede nella regione dove, lo scorso maggio, 301 minatori sono morti in un incendio causato da scarse condizioni di sicurezza.
L'azienda distrugge campi e foreste per fare spazio alla costruzione di un nuovo impianto per il trattamento del carbone, anche questo necessario per la produzione di energia elettrica e, di conseguenza, in parte responsabile per la morte dei minatori.