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Twitter accusata di non aver rimosso video pedopornografici: “Non violano le regole”

La denuncia è stata sporta in California da un ragazzo di 17 anni i cui video di alcuni anni precedenti, girati e inviati dietro ricatto, sono stati pubblicati sul social network. Secondo la denuncia il materiale è rimasto online anche dopo ripetute richieste di rimozione da parte del minore e della madre.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Nelle settimane scorse la piattaforma a luci rosse Pornhub è stata accusata di ospitare tra i suoi materiali anche video di pornografia minorile ovviamente caricati contro la volontà dei protagonisti, ma il portale non è l'unico soggetto dove questi contenuti rischiano di proliferare senza controllo. A dimostrarlo c'è una recente denuncia che riguarda Twitter: il social network è stato recentemente portato in tribunale da un minorenne con l'accusa di aver ospitato per più di un anno video che lo ritraevano intento in atti sessuali e di essersi rifiutato di rimuoverlo anche dopo le richieste effettuate in tal senso.

La denuncia è stata sporta in California da un ragazzo di 17 anni le cui generalità non sono state rese note, ma i video in questione risalgono a quando il giovane aveva appena 13 anni. Adescato su Snapchat da trafficanti di materiale pornografico che si sono finti una ragazza di 16 anni, il giovane ha iniziato uno scambio di fotografie che presto si è trasformato in un ricatto: i trafficanti hanno minacciato il giovane di diffondere il materiale finito in loro possesso a meno che quest'ultimo non continuasse a inviare loro foto e video sempre più spinti, chiedendogli anche di realizzarli con altri minori. L'incubo del ragazzo sembrava finito quando è riuscito a tagliare i ponti con i suoi aguzzini, ma stando alla ricostruzione che si legge nella denuncia il materiale è riemerso nel 2019 proprio su Twitter, pubblicato da un account che basava la propria attività sull'inframmezzare questo tipo di video illegale a tweet pubblicitari.

A inizio 2020 il protagonista si è reso conto del fatto perché i video erano finiti sotto gli occhi di alcuni compagni di classe e ha tentato di farli rimuovere dal social inizialmente senza successo. Durante la procedura il social ha infatti richiesto al ragazzo una copia dei documenti di identità per poi rimanere silente per circa una settimana; sono seguite due richieste ulteriori da parte della madre del giovane, seguite dal medesimo silenzio. In data 28 gennaio 2020 – quando i tweet che lo ritraevano avevano raccolto più di 167.000 visualizzazioni – il social ha risposto che non avrebbe rimosso il materiale segnalato perché secondo i moderatori non violava il regolamento.

La situazione – conclude la denuncia – si è sbloccata solamente due giorni dopo, quando è intervenuto nella vicenda un dipendente federale con il quale la madre del giovane era stata messa in contatto per vie traverse. Solo dopo quest'ultima richiesta di rimozione Twitter ha provveduto a rimuovere i contenuti poi classificati come illegali. Le sorti del caso saranno decise ora da un giudice; Twitter, dal canto suo ha rilasciato una dichiarazione nella quale afferma di avere "una politica di tolleranza zero sugli abusi minorili", e di "combattere aggressivamente" la proliferazione di questi contenuti con strumenti e tecnologie avanzate, assicurandosi di fare "tutto ciò che può" per rimuovere contenuti illegali e proteggere i minori "online e offline".

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