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Twitter crolla in borsa dopo l’espulsione di Trump, giù anche Facebook

All’apertura della seduta di lunedì 11 gennaio i titoli delle due aziende hanno perso rispettivamente il 3,2 e il 10 percento del loro valore rispetto alla chiusura del giorno precedente. Il tonfo è stato attribuito alle politiche di esclusione adottate nei giorni scorsi dai due social nei confronti del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Per Facebook e Twitter è stato un risveglio brusco quello di oggi in borsa. All'apertura della seduta di lunedì 11 gennaio i titoli delle due aziende hanno perso rispettivamente il 3,2 e il 10 percento del loro valore rispetto alla chiusura del giorno precedente. Il tonfo è stato attribuito alle politiche di esclusione adottate nei giorni scorsi dai due social nei confronti del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump; le perdite azionarie sono state parzialmente recuperate già a partire dai minuti immediatamente successivi all'apertura delle contrattazioni, ma entrambi i titoli continuano a oscillare in territorio decisamente negativo.

I danni maggiori li sta subendo Twitter, probabilmente perché da sempre considerato uno dei principali megafoni della presidenza Trump. Tra le due piattaforme, in effetti il social dei cinguettii era quello preferito dall'inquilino della Casa Bianca per la diffusione dei suoi messaggi: rilanciati da notiziari e testate giornalistiche, i tweet trumpiani hanno fatto innumerevoli volte il giro del mondo – in un meccanismo di amplificazione finito ora sotto la lente di ingrandimento di molti analisti che tentano di spiegarsi eventi come l'assalto al Congresso del 6 gennaio.

Proprio dai fatti del 6 gennaio hanno preso le mosse i piani alti di Facebook e Twitter nelle loro decisioni di estromettere Trump dalle loro piattaforme. La mossa è stata giustificata dal timore che nuovi messaggi diffusi dal Presidente potessero istigare alla violenza i suoi sostenitori più estremi, ma non è stata accolta da tutti con favore. Gli stessi sostenitori hanno accusato le piattaforme di censura, ma anche osservatori di stampo più neutrale hanno sollevato dubbi sull'operato delle due aziende, che sulla base delle stesse premesse avrebbero potuto muoversi in qualunque momento negli ultimi mesi.

I dubbi sulle decisioni prese settimana scorsa dai due social, maturati nel corso del weekend, potrebbero aver generato incertezza anche negli investitori, che han dato poi come risultato la poco lusinghiera apertura odierna. Al momento i due social sono ancora in rosso: Facebook perde il 2,60 percento; Twitter il 7,54.

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