Twitter in corsa per il premio Pulitzer
C'era un tempo in cui, per apprendere una determinata notizia, occorreva aspettare il giorno successivo per poterla leggere sui giornali. Alcune testate davanti all'eccezionalità di un evento potevano decidere un'edizione serale straordinaria della testata, ma inevitabilmente la copertura era ritardata di molte ore rispetto all'accadimento.
Poi è arrivata la tv e il suo flusso ininterrotto di informazioni, basti pensare all'11 Settembre quando la programmazione del palinsesto venne interrotta per dare la notizia in tempo reale di quei terribili momenti, e la carta stampata è stata relegata solo al campo dell'approfondimento, lasciando le “breaking news” come appalto esclusivo della tv.
Con l'avvento di internet e dei social network però, il tubo catodico ha dimostrato i suoi profondi limiti. Anche i canali più forti e le redazioni più grandi infatti non posso essere sempre presenti ovunque ci sia la notizia, oltre ai ritardi e le difficoltà tecniche legate alla diretta, al montaggio dei servizi e così via.
Una nuova frontiera del giornalismo ha ormai messo piede, come si è visto durante i drammatici accadimenti che hanno infiammato la mezza luna araba negli ultimi mesi, ed è un giornalismo non sempre fatto da professionisti, ma anche da semplici testimoni che raccontano in tempo reale gli eventi a cui assistono tramite i social network, con Twitter in testa.
Non occorre più che una redazione sia presente in un determinato luogo, non occorrono sofisticate apparecchiature di editing e di trasmissione, ora è sufficiente uno smartphone per informare il mondo di un determinato evento. Chi ama la professione del giornalismo comprende perfettamente quanto siano preziose le testimonianze di chi è presente nel luogo in cui accade la notizia e raccogliere, filtrare e verificare queste informazioni può fornirci un quadro completo ed esaustivo della situazione, ma soprattutto può farlo in tempi rapidissimi, davanti ai quali quelli televisivi risultano inevitabilmente lenti ed inadeguati.
Ecco perchè perfino lo storico Premio Pulitzer, tradizionalmente assegnato al giornalismo cartaceo, ha deciso di aprirsi anche ai mezzi multimediali ormai di uso comune da parte di tutti, dai reporter professionisti ai semplici cittadini. L'apporto che i social network hanno dato all'informazione del resto è sotto gli occhi di tutti. Alcuni report li indicano addirittura come mezzo preferenziale per rimanere informati, e il giornalismo classico non poteva non adeguarsi ed integrare queste tecnologie affiancandole all'esperienza del lavoro tradizionale di cronista.
Un'apertura del resto quasi dovuta: i mezzi classici come giornali e tv da tempo hanno perso il carattere di immediatezza e a testimonianza di ciò basti pensare che quest'anno il premio Breaking News non è stato neanche assegnato (e il 2011 non è certo stato avaro di accadimenti importanti). Il mondo del giornalismo da tempo ha compreso come l'utilizzo e l'integrazione con i social network possano essere ingredienti fondamentali per restare al passo con un'informazione che è prodotta in tempi rapidi e richiesta dai lettori/spettatori con scadenze ancora più urgenti, e il più importante riconoscimento alla professione del reporter non poteva ovviamente non includere anche questa innovazione.
In un futuro non troppo lontano il premio che fu di Bob Woodward e Carl Bernstein potrebbe essere assegnato ad un live-tweeting, una nuova forma di giornalismo non per questo meno meritoria dei giusti tributi. Dopotutto, quando il giornalismo televisivo fece il suo esordio decenni fa, fu guardato con snobismo e scetticismo dai puristi della carta stampata (ed in parte è ancora così) eppure nulla ha impedito al piccolo schermo di affermarsi come principale fonte di informazione. Il futuro ci dirà se le news del futuro ci arriveranno sotto forma di tweet.