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Un’applicazione contraccettiva avrebbe causato 37 gravidanze indesiderate

La reale efficacia delle applicazioni contraccettive rispetto agli altri metodi contraccettivi non è di fatto mai stata provata. Di certo lo sanno bene le 37 donne che, dopo aver utilizzato l’applicazione Natural Cycles, si sono ritrovate a dover gestire altrettante gravidanze indesiderate.
A cura di Marco Paretti
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Le applicazioni contraccettive potrebbero essere utili, ma la loro efficacia rispetto agli altri metodi contraccettivi non è di fatto mai stata provata. Di certo lo sanno bene le 37 donne che, dopo aver utilizzato l'applicazione Natural Cycles, si sono ritrovate a dover gestire altrettante gravidanze indesiderate. L'app, che si definisce "l'unica approvata", ha attirato un grande numero di utenti con la promessa dell'assenza di effetti collaterali che invece caratterizzano le normali pillole. Il problema è che, trattandosi solo di un'applicazione, il suo successo è decisamente dubbio.

Secondo i rapporti, circa 37 donne che hanno utilizzato l'applicazione si sono recate all'ospedale Södersjukhuset  di Stoccolma per abortire tra settembre 2017 e la fine dell'anno. L'ospedale ha poi segnalato l'applicazione alla Medical Product Agency svedese. Creata da Elina Berglund e Raoul Scherwitzl, una coppia di fisioterapisti, l'applicazione utilizza un algoritmo per analizzare informazioni personali come la temperatura del corpo e i movimenti per predire i periodi di fertilità. L'idea è che attraverso l'app una coppia possa evitare rapporti sessuali quando la partner è fertile, per consumarli quando invece l'app indica un periodo non fertile. Un metodo che, chiaramente, non è a prova di errore.

"Nessun metodo contraccettivo è efficace al 100 percento e le gravidanze indesiderate sono un rischio di ogni contraccezione" ha spiegato Natural Cycles. "I nostri studi hanno mostrato che l'applicazione offre un alto livello di efficienza simile ad altri metodi". Secondo gli sviluppatori, il metodo è sicuro al 93 percento. Dal punto di vista legale, i responsabili hanno indicato tutti i rischi possibili all'interno dei termini di servizio, quindi non sono perseguibili legalmente dalle donne che hanno subito gravidanze indesiderate. Una situazione come questa, però, dovrebbe far riflettere sull'utilizzo di applicazioni di questo tipo.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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