Un manager di TikTok si è rifiutato di dire se la filiale cinese può accedere ai dati degli utenti
Per la prima volta un dirigente del social cinese si è ritrovato al cospetto del Congresso americano. Il senatore Ted Cruz (Texas) era pronto a porre alcune domande a Michael Beckerman, capo delle politiche pubbliche di TikTok in America, sapendo che le sue risposte avrebbero chiarito alcuni aspetti controversi della piattaforma fondata nel 2015. Ma di delucidazioni il lobbista ne ha date poche e, quando si è trattato di capire se la parte cinese dell'azienda potesse accedere ai dati degli utenti americani, Michael Beckerman si è rifiutato di rispondere.
La politica sulla privacy
"In quanto azienda globale, i nostri Servizi sono supportati da una serie di società affiliate all’interno del nostro gruppo aziendale. Condividiamo con il nostro gruppo aziendale le informazioni fornite da te, le Informazioni raccolte automaticamente e le Informazioni da altre fonti". Quanto appena scritto è un estratto dell'informativa sulla privacy, una pagina che molto spesso l'utente trascura per noia o semplice indifferenza. Solo quei pochi che si cimentano nella sua lettura intuiscono il ricorso a un linguaggio rassicurante che mira ad acquietare ogni possibile dubbio circa le intenzioni di TikTok.
Cruz è uno di questi e, conscio dell'opportunità concessagli, ha pensato bene di domandare al dirigente se tra queste "società affiliate" comparisse anche la Beijing ByteDance Technology, il conglomerato che possiede TikTok il cui consiglio di amministrazione comprende almeno un funzionario del Partito Comunista Cinese. Tuttavia, con sommo rammarico di chi pensava che da una discussione di questo tipo sarebbe emersa la verità, le risposte evasive di Beckerman non hanno spiegato la natura ambigua dei rapporti tra Tiktok e le consociate. "Ha evitato le domande più di ogni altro testimone io abbia mai visto", ha spiegato il senatore. Da parte sua, Beckerman si è difeso dicendo che Cruz lo stava tartassando con "domande trabocchetto".
I precedenti
In questi casi è difficile capire chi abbia ragione, ma di certo le problematiche sulle tematiche care al Governo cinese non sono mancate, con la censura dei video delle proteste a Hong Kong a favore della democrazia e dei contributi per l'anniversario del massacro di Piazza Tienanmen del 1989. Ma tutto ciò, per Beckerman, sembra non meriti di essere preso in considerazione per capire se e quanto TikTok viva in uno stato di sudditanza nei confronti del Governo cinese. Anzi, in merito all'imprigionamento della minoranza etnica degli uiguri, il capo delle politiche pubbliche dell'azienda ha escluso l'ipotesi che TikTok abbia censurato i contenuti critici rivolti al partito.