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Un robot ha vinto a poker 1,7 milioni di dollari

Per la prima volta un robot è riuscito a battere quattro campioni di poker, aprendo nuove possibilità per lo sviluppo di intelligenze artificiali.
A cura di Daniele Gambetta
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Era l'ormai lontano 1996 quando l'IBM costruì per la prima volta un computer capace di battere a scacchi un Campione del Mondo, nella celebre partita di Deep Blue contro Garry Kasparov. Soltanto venti anni dopo si ottenne lo stesso risultato per un altro gioco da scacchiera, il Go, considerato da molti più complesso degli scacchi. Ora una macchina è riuscita a vincere anche in un altro gioco: il poker.

Labitus è un'intelligenza artificiale sviluppata dal Pittsburgh Supercomputing Center in partnership con la Carnegie Mellon University, ed è riuscita a battere quattro dei giocatori di poker più forti al mondo: Dong Kim, Daniel McCauley, Jimmy Chou e Jason Les. La partita si è svolta alla competizione "Brains Vs. Artificial Intelligence" tenutasi al Rivers Casino di Pittsburgh a gennaio. Il software si è così aggiudicato una vincita in fiches per un equivalente di 1,7 milioni di dollari. "Non ero affatto certo che saremmo riusciti a battere quattro giocatori del genere" ha ammesso il professore della Mellon Tuomas Sandholm al The Guardian.

In una conferenza stampa a seguito della notizia i ricercatori hanno espresso i loro giudizi sul risultato.  "Ad alti livelli", ha detto Sanholm, "abbiamo dimostrato che l’abilità di un’intelligenza artificiale di prendere decisioni strategiche in situazioni imperfette ha superato quella degli esseri umani”. Il poker non è solo un gioco di calcolo, ma anche e soprattutto di intuito e analisi emotiva, oltre che un gioco a informazione incompleta. Questo significa che a differenza degli scacchi, dove entrambi i giocatori conoscono sempre la situazione del gioco, nel poker c'è una componente di informazioni nascoste, cioè le carte in mano ai giocatori avversari. Per questo la vittoria di Labitus rappresenta una svolta nello sviluppo delle intelligenze artificiali, dimostrando di saper simulare alcune capacità prima considerate esclusivamente umane, come il bluff. “Abbiamo visto il bot fare delle mosse davvero innovative, come ad esempio puntare grosse somme in piatti piccoli. Gli umani hanno paura di fare questo genere di azioni, laddove il bot non conosce la paura”.

Il raggiungimento di un livello così complesso di analisi potrebbe permettere applicazioni ben oltre le attività ludiche. Frank Pfenninf, capo del dipartimento di informatica della CMS School of Computer Science, è convinto insieme ad altri che questa novità potrebbe comportare possibilità di utilizzo dell'intelligenza artificiale nelle negoziazioni commerciali, nella cyber security e nei trattamenti medici. Ovviamente l'introduzione di robot nella vita quotidiana non è esente da critiche e perplessità, e di certo sarà un tema di cui sentiremo discutere sempre più spesso.

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