Un’altra maxi multa dall’UE per Google: dovrà pagare un miliardo e mezzo di euro
Altra maxi multa in arrivo per Google direttamente dall'Unione Europea. L'autorità antitrust dell'UE ha appena annunciato una sanzione da un miliardo e mezzo di euro (1,49 per la precisione) nei confronti della casa di Mountain View, ancora una volta per pratiche anticoncorrenziali. L'annuncio è arrivato in questi minuti dal commissario per la concorrenza Margrethe Vestager, che accusa Google di aver imposto ai siti web sui quali è presente con la sua piattaforma pubblicitaria AdSense for Search delle clausole pensate per escludere i servizi pubblicitari avversari.
"Google ha consolidato il proprio predominio nel settore degli annunci pubblicitari e ha tenuto a distanza la concorrenza imponendo a siti terzi l'adesione a clausole contrattuali anti concorrenziali" ha dichiarato Vestager. La politica secondo il commissario si sarebbe protratta "per oltre 10 anni, negando ad altre aziende la possibilità di competere sul terreno dei servizi offerti e dell'innovazione portata sul mercato, e inoltre negando ai consumatori il beneficio diretto derivante da una competizione in condizioni normali".
Adsense for Search è un sistema di annunci pubblicitari realizzato da Google e pensato per siti web con motori di ricerca interni (come quotidiani, blog o siti di viaggi), che funziona inserendo annunci sponsorizzati tra i risultati delle ricerche effettuate dagli utenti; tramite la piattaforma Google riceve denaro dagli inserzionisti, ma retribuisce i siti interessati per lo spazio concesso. Il problema — secondo le indagini della commissione antitrust dell'Unione — è che negli accordi con questi siti Google sembra aver chiesto loro di escludere o nascondere i risultati di ricerca sponsorizzati da servizi simili ad Adsense for Search ma forniti da soggetti come Yahoo e Microsoft.
La multa comminata dall'Unione — si legge tra le motivazioni — è proporzionata alla durata e alla gravità della violazione, è pari all'1,29% del fatturato dell'azienda nel 2018 ed è solo l'ultima di una serie di sanzioni particolarmente salate come quella da 4,34 miliardi dell'anno scorso e quella da 2,43 miliardi del 2017.