Da qualche settimana l'Associazione Italiana Editori ha avviato sui social network, in particolare su Twitter, una campagna con la quale sensibilizzare l'opinione pubblica e il governo sul tema dell'aliquota legata agli ebook. Se l'IVA dei normali libri cartacei è infatti al4%, quella degli ebook resta inspiegabilmente ancorata al 22%.
L'iniziativa, raccolta dall'hashtag #unlibroèunlibro, punta proprio ad uniformare il concetto di lettura: un libro resta un libro, indipendentemente dal supporto sul quale avviene la fruizione. "Penalizzare l'ebook significa penalizzare l'innovazione e la lettura" afferma l'AIE.
“La discriminazione dei libri digitali si riflette sullo sviluppo culturale del nostro Paese: l’IVA di un libro di carta è il 4%, quella di un ebook è il 22%" si legge sul sito dedicato alla campagna "Secondo i protagonisti della nostra Gallery l’ebook è un libro e merita lo stesso trattamento. Se anche tu la pensi così, unisciti a noi”.
Per partecipare all'iniziativa, infatti, l'associazione chiede di caricare una foto con il pollice verso il basso (Non Mi Piace) su Twitter o Instagram con l’hashtag #unlibroèunlibro. Tutte le immagini caricate sono state aggregate all’interno del sito ufficiale.
L'azione di protesta ha raccolto migliaia di adesioni sia da parte degli utenti che da parte di alcuni VIP, tanto ad arrivare in meno di un mese ad una svolta decisiva. Oggi il ministro della cultura Franceschini ha annunciato su Twitter di aver presentato un emendamento del governo per portare l'IVA degli ebook al 4%.
"Una battaglia giusta" l'ha definita il ministro al termine del tweet. Una battaglia che è riuscita a fare centro e, grazie alla forza dei social, ad arrivare ad una soluzione in breve tempo. L'AIE può festeggiare.