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Uova alla diossina: una app sull’iPhone per riconoscerle

In seguito all’allarme diossina lanciato dalla Germania è stata creata un applicazione che aiuta a riconoscere le uova a rischio di contaminazione.
A cura di Anna Coluccino
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barcoo

Mentre in Germania dilaga l'incubo delle uova alla diossina e il contagio assume proporzioni preoccupanti, qualcuno comincia a proporre soluzioni utili ad aiutare e rasserenare il consumatore, e lo fa con grande attenzione al presente tecnologico, senza anacronismi che rischierebbero di peccare sia in utilizzabilità che in efficacia. E così, mentre il Ministero per la difesa del consumatore del Nord Reno-Westfalia riempie i suoi database di informazioni collegate ai 4.700 allevamenti a rischio, la società berlinese checkitmobile ha ideato e diffuso, gratuitamente, l'applicazione Barcoo, funzionante su iPhone, smartphone Nokia e  tutti i mobile device con sistema operativo Android e Bada.

L'applicazione promette il rilevamento delle uova alla diossina e, visto il funzionamento elementare dell'app, ha già goduto di un'amplissima diffusione. Barcoo immagazzina tutte le informazioni fornite dal Ministero, aggiornandole in tempo reale, ed è perciò in grado di riconoscere un uovo potenzialmente infetto a partire dal codice dello stabilimento di provenienza (barcode) marchiato sul guscio. Una volta inserito il codice, l'app parte alla ricerca di un match con un qualsiasi produttore  sospettato d'aver allevato il pollame con mangimi contaminati da sostanze chimiche cancerogene.

Intanto, la Germania è in fortissimo allarme, sarebbero infatti a rischio anche gli allevamenti bovini e, di conseguenza, tutti i latticini. Secondo quanto dichiarato al quotidiano  Bild dal chimico di Greenpeace Manfred Santen "i mangimi alla diossina sono stati forniti anche agli allevamenti di mucche. La diossina si deposita nelle parti grasse degli animali, dunque anche nel latte". Il Ministero, intanto è ancora nel panico, incredulo di fronte ai dati e soprattutto di fronte al ritardo con cui la comunicazione è arrivata alla sua scrivania. La questione, infatti, era nota fin dalla metà di marzo 2010, ma le autorità sono venute a conoscenza del contagio soltanto lo scorso 27 dicembre.

Martedì la Germania sarà chiamata a discutere la faccenda a Bruxells, su richiesta della Commissione Ue. I dati certi, al momento, parlano di 27 tonnellate di mangime inquinato e denunciano un export verso l’Olanda di 136mila uova a rischio. Una piccola quantità di uova a rischio è arrivata anche Italia, ma il ministro della Sanità assicura che è stata già scovata e ritirata dal mercato. Nel caso non vi fidaste delle rassicurazioni istituzionali, potete sempre scaricare l‘app Barcoo.

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