Il problema dei sistemi antiquati è che, quando non vengono utilizzati spesso, nella maggior parte dei casi non vengono nemmeno mai aggiornati. E in questo caso, parlando di armi nucleari, da un certo punto di vista l'inutilizzo è un bene. Il problema è però che, secondo un rapporto del Governmental Accountability Office, queste infrastrutture si basano ancora su tecnologie del secolo scorso, tra cui gli ormai antiquati floppy disk. Almeno una parte del Dipartimento della Difesa americano utilizzerebbe l'antenato dei CD e delle chiavette USB anche per gestire i sistemi legati agli armamenti nucleari.
Diffusa inizialmente dalla CNBC, la notizia riporta che diverse agenzie statunitensi utilizzerebbero tecnologie vecchie anche 50 anni, compresi i floppy disk praticamente scomparsi dal mondo civile diversi anni fa. Anche volendo, infatti, ad oggi sarebbe impossibile leggere questa tipologia di supporto su un computer di ultima generazione, se non affidandosi ad un lettore esterno. Eppure proprio i piccoli dischi magnetici continuano a svolgere un lavoro importante e delicato. Ma non solo, perché il documento del GAO sottolinea anche il fatto che i floppy vengono utilizzati dallo Strategic Automated Command and Control System del Dipartimento della Difesa per "coordinare le funzioni operative della forza nucleare degli Stati Uniti".
Insomma, il supporto fisico nato negli anni '60 gestisce tuttora soluzioni strategiche come missili balistici intercontinentali e bombardieri nucleari. Il tutto avviene sfruttando alcuni computer IBM della serie 1, approdati sul mercato negli anni '70 e ad oggi ancora utilizzati all'interno di alcuni dipartimenti del governo americano. In questa situazione paradossale, però, c'è una buona notizia: secondo lo stesso rapporto del Governmental Accountability Office, l'agenzia statunitense sta pianificando un aggiornamento dell'intero sistema da portare a termine nel 2017. Fino a quel momento, però, la pace nel mondo dipenderà da un piccolo disco magnetico da otto pollici.