130.000. Sono i dispositivi rientrati nelle fabbriche americane di Samsung in seguito al richiamo che l'azienda sudcoreana ha dovuto attivare per evitare altri casi di surriscaldamento ed esplosione dei suoi nuovi phablet. Negli Stati Uniti gli smartphone della linea Note 7 sono arrivati nelle mani di circa 1 milione di acquirenti, dei quali solo il 13 percento ha risposto al richiamo avviato lo scorso 2 settembre in 10 paesi. Entro il 21 settembre, inoltre, Samsung avvierà un programma di sostituzione anche all'interno dei propri punti vendita localizzati nei vari paesi.
Il richiamo si è reso necessario in seguito a diversi episodi di esplosione dovuti alla batteria dei nuovi Galaxy Note 7, i quali hanno portato anche a gravi incidenti. Ad oggi sono 92 gli episodi di questo tipo verificatisi negli Stati Uniti: 26 di questi hanno coinvolto dispositivi che hanno preso fuoco, mentre 55 hanno comportato danni a macchine o abitazioni. Il numero di smartphone difettosi attualmente in circolazione degli Usa sarebbe circa 1 milione, cioè i dispositivi venduti prima del 15 settembre. Il rischio sarebbe così elevato da aver costretto l'azienda a chiedere a tutti gli utenti di "smettere di utilizzare lo smartphone", spegnendolo e rimandandolo a Samsung.
Il Galaxy Note 7 dovrebbe essere nuovamente in vendita a partire dal prossimo 28 settembre, ma solo in Corea del Sud. Negli altri paesi, invece, le vendite ricominceranno man mano che le scorte di dispositivi sicuri raggiungeranno numeri sostenibili. In Australia, per esempio, il Note 7 tornerà nei negozi ad ottobre. Per Samsung il problema si è rivelato essere un duro colpo, soprattutto viste le tempistiche: pochi giorni dopo la diffusione della notizia del richiamo, Apple ha annunciato il rilascio dei suoi nuovi iPhone 7 e 7 Plus.