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Wikileaks accusa Google di aver consegnato dati e emali agli Usa

Wikileaks, l’organizzazione fondata da Julian Assange, ha fatto sapere che Google negli ultimi tre anni ha fornito mail personali e altri dati di tre suoi giornalisti alle autorità Usa. Un atto che l’organizzazione ha definito come “grave violazione della privacy dei giornalisti”
A cura di Francesco Russo
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Wikileaks, l'organizzazione fondata da Julian Assange, dal 2012 rifugiato nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, fonda tutta la sua ragion d'essere nel raccogliere e custodire documenti protetti da un potente sistema di cifratura. I documenti di solito sono documenti coperti da segreto di stato che poi vengono caricati sul sito web. L'organizzazione ha fatto sapere nei giorni scorsi che Google, il colosso del search sul web, alla fine di dicembre scorso li avrebbe di aver consegnato, a partire dal 2012, mail personali e altri dati dello staff di Wikileaks alle autorità Usa. Un atto che l'organizzazione ha definito come "grave violazione della privacy dei giornalisti".

Il contesto in cui avviene la richiesta di questi documenti e informazioni a Google è un'indagine nata nello stato della Virginia, indagine di cui si sa veramente poco. Un giudice federale, sempre all'interno di questa indagine, ordinò a Google contenuti e dati delle email di tre personaggi di spicco dell'organizzazione, e cioè di Sarah Harrison, Joseph Farrell e Kristinn Hrafnsson. E proprio Sarah Harrison ha raccontato al The Guardian di essere tormentata dal pensiero che funzionari americani potessero accede alle sue email private. La Harrison accusa Google di aiutare il governo Usa e di violare la privacy e la posta elettronica di un giornalista britannico.

Il giudice americano ordinò a Google di consegnare tutte le comunicazioni via mail che riguardassero i tre giornalisti, tutti i loro messaggi inviati e ricevuti, compresi quelli cancellati. Altre informazioni richieste sono state l'ora, la data delle email e anche la dimensione e la lunghezza dei messaggi. L'FBI ha poi richiesto i dati relativi agli account internet dei tre giornalisti, compresi i numeri di telefono e gli indirizzi IP, compresi la durata delle loro connessioni su internet. Le informazioni dovevano comprendere anche i numeri di carta di credito o conto bancario. Praticamente era richiesta ogni tipo di informazione digitale che riguardasse i giornalisti britannici.

L'indagine è iniziata nel 2010 e fu seguita dalla pubblicazione da parte di Wikileaks di migliaia di documenti militari riservati che riguardavano l'Afghanistan e l'Iraq. Seguirono poi i cablogrammi del governo Usa, cioè una serie di documenti coperti da segreto che contenevano informazioni a carattere confidenziale inviati dalla ambasciate Usa di tutto il mondo al Dipartimento di Stato. Questi erano i documenti che il soldato Bradley Manning, condannato oggi a 35 anni di carcere, consegnò all'organizzazione di Assange.

Nella lettera di Wikileaks, che porta anche la firma del suo fondatore, i giornalisti intercettati si dicono "stupiti e turbati dalla notizia", ricordando che Twitter, in una situazione analoga, si rifiutò di procedere alla richieste. Il caso riguardava una richiesta di informazioni su una ex-volontaria di Wikileaks e deputata islandese, Birgitta Jonsdottir, ma in quel caso Twitter informò la Jonsdottir della richiesta pervenuta dal governo americano.

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