Wikimedia fa causa alla NSA: “Basta sorveglianza di massa”
Wikimedia Foundation, l'associazione che ha dato vita a Wikipedia, fondata tra gli altri da Jimmy Wales, fa causa alla NSA e al Dipartimento di Giustizia Usa, insieme ad altre associazioni, contestando il programma di sorveglianza di massa messo in atto dall'agenzia per la sicurezza americana, al centro dello scandalo Datagate rivelato dall'ex tecnico della CIA, Edward Snowden. Wikimedia contesta all'agenzia anche l'evidente violazione della privacy dei cittadini americani che ha reso gli utenti di tutto il mondo meno propensi a condividere informazioni sensibili. La querela è stata presentata nel Maryland dove ha sede l'agenzia.
Wikimedia e le altre associazioni, tra le quali figurano Rutherford Institute, Amnesty International USA e The National Association of Criminal Defense Lawyers, sostengono che la NSA abbia violato tutte le tutele a garanzia dei cittadini contenute nella Costituzione e nella legge americana. In particolare, vengono contestate le violazioni del Primo Emendamento, che protegge la libertà di parola e di associazione, e del Quarto Emendamento, che protegge i cittadini contro le ricerche insensate e il sequestro delle informazioni.
Ad essere presi di mira dalle associazioni ci sono quelle che in gergo si usano definire programmi di sorveglianza “upstream" che raccolgono tutto il traffico che scorre lungo la rete Internet. In sostanza la NSA intercetta il traffico Internet che passa dagli Usa attraverso le diramazioni della rete.
Wikimedia e le altre associazioni contestano alla NSA anche il fatto che in seguito alla sorveglianza di massa diverse categorie di persone come clienti, giornalisti, funzionari governativi di altri paesi, vittime di violazioni di diritti umani e altri individui non avranno più intenzione di condividere con loro informazioni delicate come è successo fino ad oggi.
Lila Tretikov, direttrice esecutiva della Wikimedia Foundation, e Jimmy Wales, uno dei fondatori dell'associazione, hanno spiegato le motivazioni della causa all'agenzia americana sulle pagine del New York Times:
Oggi facciamo causa alla National Security Agency per proteggere il diritto di 500 milioni di persone che usano Wikipedia tutti i mesi. Lo facciamo perché è in gioco un pilastro fondamentale della democrazia: il libero scambio di conoscenza e idee."
La Tretikov e Wales contestano le attività della NSA e la sua strategia per portarla avanti in quanto vengono sequestrate informazioni sensibili che possono rivelare l'orientamento sessuale, l'orientamento religioso dei cittadini. E Wales fa riferimento esplicito, in questo senso, alla Primavera Araba sottolineando che molti utenti hanno poi contribuito ad arricchire le voci relative su Wikipedia. E quindi, di fronte a questo scenario Wales si chiede se ancora oggi queste persone sarebbero disposte a fare la stessa cosa.
Intercettando la spina dorsale di Internet, la NSA sta sforzando la spina dorsale della democrazia".
Così commenta la Tretikov,
Wikipedia è fondata sulla libertà di espressione, di inchiesta e di informazione. Violando la privacy dei nostri utenti, la NSA sta minacciando la libertà intellettuale che è centrale per la capacità delle persone di creare e comprendere la conoscenza".
Non è certo la prima volta che la NSA, dalla rivelazione dello scandalo, si trova ad essere querelata da associazioni in difesa della privacy dei cittadini. Il rischio, come sottolineano alcuni esperti americani, è che il governo possa decidere di coprire tutte queste informazioni rivelate come "segreto di stato", sostenendo che la stessa esposizione di quelle informazioni potrebbe provocare dei rischi.
Già nel 2013 la Corte Suprema degli Stati Uniti respinse una situazione analoga nei confronti della NSA, una questione che riguardava la sorveglianza di email. La questione fu chiusa a favore dell'agenzia americana in quanto la Corte stabilì che non vi erano prove che effettivamente le persone coinvolte furono effettivamente spiate.
E la NSA continua ad essere al centro delle rivelazioni di Edward Snowden. Solo ieri si veniva a conoscenza del fatto che i ricercatori della CIA hanno per anni, dal 2006 al 2013, cercato di violare i software e i dispositivi della Apple. Già nel 2006, ossia un anno prima che Steve Jobs presentasse al mondo intero il primo iPhone.