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Wozniak, il co-fondatore di Apple, elogia Edward Snowden : è un eroe perché ha agito con il cuore

Il cofondatore di Apple parla ancora del caso Datagate e si schiera apertamente dalla parte dell’ ex dipendente dell’ NSA che ha svelato al mondo l’ esistenza di PRISM.
A cura di Daniele Cretella
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"Edward Snowden è un eroe perché ha agito con il cuore". Non sembrano essere necessari commenti relativi alle recenti dichiarazioni raccolte da The Daily Best nel corso del Go Further With Ford da Steve Wozniak, il cofondatore di Apple che ha contribuito attivamente alla realizzazione dei suoi primi computer tra la fine degli anni '70 e l' inizio degli '80, in merito alla posizione di Edward Snowden, l' ex impiegato dell' NSA (National Security Agency) che nelle scorse settimane ha diffuso l' ormai famigerato dossier che ha svelato al mondo intero l'esistenza di PRISM.

Penso che sia un eroe. E' un eroe per la mia visione di come la Costituzione dovrebbe funzionare. Non credo che la NSA abbia fatto una cosa giusta per noi, per quanto riguarda tutta la faccenda di PRISM, dal momento che avrebbe potuto agire seguendo la Costituzione alla "vecchia maniera".

Secondo Wozniak, le basi sulle quali si basa l' adozione di PRISM e la sua realizzazione non sarebbero fondate, poiché farebbero leva su una erronea interpretazione della parola "terrorismo" associata a quella di "guerra", che dal punto di vista costituzionale avrebbe una valenza totalmente diversa.

Non credo che il terrorismo sia come la guerra. Credo che il terrorismo sia semplicemente un crimine. E usando la parola "guerra" siamo riusciti a utilizzare tutti questi escamotage per dire che la Costituzione non si applica nel caso di una guerra. E penso che Edward Snowden è un eroe, perché tutto questo gli è venuto dal cuore. E credo davvero messo da parte tutta la sua vita quando da dato ascolto alla sua onestà dicendo che gli americani sono spiati.

Non è la prima volta che Wozniak esprime un parere sulla vicenda relativa a PRISM. Già nei giorni scorsi, infatti, il cofondatore di Apple aveva confessato di sentirsi in colpa per aver contribuito alla realizzazione delle tecnologie che stavano alla base dello spionaggio statunitense, ma le sue dichiarazioni appaiono più come un' ennesima denuncia di abuso da parte del Governo statunitense che come un reale pentimento.

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