Zuckerberg davanti al Congresso: i momenti più imbarazzanti per il CEO
La settimana che sta per chiudersi è stata forse una delle più dure per Mark Zuckerberg, fondatore e CEO di Facebook, che travolto dallo scandalo Cambridge Analytica ha dovuto affrontare ben 12 ore di audizioni davanti al Congresso americano: prima alla Commissione Giustizia e Commercio del Senato, poi alla Commissione Energia e Commercio della Camera. Sono state 12 ore di domande fitte, incalzanti da parte dei deputati americani nel tentativo di capire meglio come si è arrivati allo scandalo del passaggio di mano dei dati di oltre 87 milioni di utenti. Ma non sono mancati le domande imbarazzanti, quasi "assurde" che i deputati hanno rivolto a Zuckerberg, dimostrando in alcuni casi di non conoscere abbastanza Facebook o, addirittura, come funziona Internet.
Era chiaro che non sarebbe stato facile per Zuckerberg affrontare un tour de force di ben 12 ore di audizioni di fronte al Congresso americano e ci si aspettava che i deputati facessero domande mirate sullo scandalo Cambridge Analytica. Forse, quello che ci si aspettava di meno erano le domande imbarazzanti, per non dire "assurde", che in più di un'occasione hanno messo a disagio Mark Zuckerberg.
Al momento del suo turno di rivolgere una domanda a Zuckerberg, il senatore democratico della Florida, Bill Nelson, ha voluto ricordare a tutti il suo amore per il cioccolato. La sua non è stata una domanda, ha detto infatti che "mentre sono su Facebook dico ai miei amici che mi piace il cioccolato. Ad un certo punto comincio a vedere la pubblicità sul cioccolato. Cosa succederebbe se non volessi guardare quegli annunci?". Zuckerberg guarda il senatore Nelson quasi impietrito.
Altro momento di imbarazzo lo introduce il senatore repubblicano dello Utah, Orrin Hatch, il quale ha usato il suo momento per capire se Facebook resterà per sempre gratis. In realtà, ha dato davvero l'impressione ai presenti, e a chi ha seguito l'audizione in streaming, di non aver compreso bene come funzioni in realtà Facebook. "Allora", dice il senatore Hatch rivolgendosi a Zuckerberg, "come sostenete un modello di business in cui gli utenti non pagano il vostro servizio?". Dopo un primo momento di sbandamento per la domanda appena rivoltagli, Zuckerberg risponde lapidario: "Senatore, abbiamo la pubblicità". "Capisco", chiude il senatore Hatch, confermando di non aver compreso bene il funzionamento della piattaforma.
Come non citare il momento in cui senatore democratico dell'Illinois, Dick Durbin, chiede a Zuckerber: "Si troverebbe a suo agio a condividere con noi il nome dell'hotel in cui ha dormito la scorsa notte?", anche qui, dopo un momento di sbandamento per la domanda, Zuckerberg risponde: "No". Ma Durbin ha continuato: "Condividerebbe qui con noi i nomi delle persone con cui ha scambiato messaggi oggi?", e Zuckerberg risponde: "No, probabilmente non sceglierei di farlo qui pubblicamente". Insomma, in ogni caso non è stato davvero un bel momento per Zuckerberg, trovandosi, in alcune occasioni di fronte a domande che palesemente dimostravano la scarsa conoscenza non solo di Facebook ma della rete in generale.