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Opinioni

5 cose che hanno reso il Nokia 3650 un cellulare rivoluzionario

Chiunque, nel 2002, ha odiato l’amico che si bullava di possedere un Nokia 3650. Il motivo era semplice: in confronto, gli altri cellulari sembravano appartenere ad un’epoca antica.
A cura di Marco Paretti
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Chiunque, nel 2002, ha odiato l'amico che si bullava di possedere un Nokia 3650. Il motivo era semplice: in confronto, gli altri cellulari sembravano appartenere ad un'epoca antica. Non solo per il suo aspetto forse un po' alieno, ma anche per le caratteristiche che lo rendevano estremamente al passo con i tempi e in grado di compiere azioni che nemmeno il leggendario 3310 poteva fare. Il tutto senza abbandonare lo stile dell'azienda finlandese di quegli anni, che con i suoi dispositivi sperimentava molto soprattutto dal punto di vista delle forme e della disposizione dei tasti. Con risultati a volte al limite dell'inutilizzabile.

La fotocamera

È l'elemento che per primo ha colpito tutto il pubblico (e che rendeva così odioso l'amico che possedeva il cellulare): il Nokia 3650 possedeva una fotocamera in grado di scattare foto e registrare video. A qualità terribile, sia chiaro, ma era pur sempre un inizio. Già, perché negli Stati Uniti questo modello rappresenta il primo dotato di componente fotografica, elemento che lo rende automaticamente rivoluzionario. Nonostante oggi, con uno smartphone, abbiamo la possibilità di registrare video in 4K stabilizzati.

Lo schermo a colori

Non era una novità, ma faceva la sua bella figura. Soprattutto se utilizzato con le funzionalità multimediali e, appunto, la possibilità di scattare foto e registrare video. La risoluzione era di 176 x 208 pixel con 4.096 colori: l'azienda lo pubblicizzava come "schermo ad alta risoluzione". Che fa un po' ridere, visto che oggi gli smartphone hanno schermi in full HD. Però nel 2002 non ci si poteva lamentare, se non con l'amico che ci faceva continuamente notare l'inferiorità del nostro misero cellulare con schermo monocromatico.

Nokia-3660

La tastiera circolare

Ok, più che rivoluzionario questo aspetto era terribile. Tanto che, nel modello successivo, la tastiera è stata sostituita con una più classica simile a quella presente nei cellulari "normali". Perché i tasti disposti in quella maniera erano davvero terribili e contrari a qualsiasi senso pratico, anche e soprattutto se si pensa alla memoria muscolare che una persona allena utilizzando per anni i cellulari. E che finisce per essere inutile quando si ritrova in mano 10 tasti messi a "U".

La batteria durava una settimana

Altro che compromessi. Oggi siamo abituati – o meglio, rassegnati – ad una durata della batteria di meno di un giorno, elemento che ci obbliga a trasportare con noi, oltre che lo smartphone, una batteria esterna. Nel 2002, anche con l'introduzione di fotocamere e schermi a colori, i cellulari mantenevano una durata della batteria che poteva arrivare anche ad una settimana. Per la ricarica era necessaria solo poco più di un'ora. Certo, non c'erano applicazioni e browser web, ma volete mettere con l'assenza dell'ansia da ricarica?

La porta ad infrarossi

Nel 2002 il WiFi sui cellulari, ovviamente, non c'era. Quindi l'unico modo per trasferire file velocemente era quello di mandarsi salatissimi MMS o sfruttare le connessioni bluetooth e ad infrarossi. Quest'ultima era uno dei cavalli da battaglia del Nokia 3650: posizionata sul lato, la porta consentiva agli utenti di inviare velocemente file da diverse "app". Bastava avvicinare i due device e avveniva la magia (entro un metro).

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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