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Opinioni

Borseggiatori digitali, così è possibile rubare i dati bancari senza toccare le carte di credito

Niente più abilità manuali perfette, ma strumenti tecnologici all’avanguardia in grado di rubare i dati delle nostre carte di credito senza nemmeno toccare il portafoglio. A soli 15 cm di distanza dalle carte, i criminali dotati di questa tecnologia sono in grado di ottenere i nostri dati bancari attraverso quella che viene chiamata “scrematura digitale”, una procedura che utilizza le frequenze radio dell’RFID per intercettare le informazioni contenute nel nostro portafoglio.
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A cura di Marco Paretti
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borseggiatori digitali rfid

Borseggiatori 2.0. Così potremmo definire la nuova minaccia sempre più presente nelle stazioni e sulle strade di tutto il mondo. Niente più abilità manuali perfette, ma strumenti tecnologici all'avanguardia in grado di rubare i dati delle nostre carte di credito senza nemmeno toccare il portafoglio.
A soli 15 cm di distanza dalle carte, i criminali dotati di questa tecnologia sono in grado di ottenere i nostri dati bancari attraverso quella che viene chiamata "scrematura digitale", una procedura che utilizza le frequenze radio dell'RFID per intercettare le informazioni contenute nel nostro portafoglio.

L'I-Team della ABC7 ha recentemente svelato la semplicità di questo tipo di operazione, che di fatto sfrutta lo stesso funzionamento dei metodi di pagamento contactless, simili a quelli utilizzati dal sistema di pagamento di Apple, Apple Pay.
"La tecnologia è quella degli RFID" ha spiegato David Bryan, un esperto di sicurezza "Utilizza le frequenze a 13,56 Mhz per permettere la comunicazione tra la carta e il lettore. Per intercettare questi dati basta un piccolo computer e un lettore RFID".
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borseggiatori digitali rfid

I borseggiatori 2.0 possono inoltre scaricare un'applicazione sul proprio smartphone in grado di intercettare i segnali trasmessi dalla carta quando questa viene utilizzata in un pagamento. Queste informazioni possono in seguito essere immesse in un'altra macchina – acquistabile per circa 300 dollari – la quale crea una carta di credito clonata completamente funzionante.
Secondo la società di sicurezza Norton, nel 2015 il 70% delle carte di credito saranno vulnerabili a questa tecnologia. Questo perché il dispositivo utilizzato dai ladri è in grado di leggere una vasto numero di chip RFID, elemento che lo rende quasi universale.

La soluzione? L'utilizzo di un codice unico abbinato alla propria carta. "I pagamenti tramite RFID devono essere soggetti alla generazione di un codice unico da parte di un dispositivo mobile" ha continuato Bryan "In un treno affollato, per esempio, se qualcuno possiede una carta dotata di RFID i borseggiatori possono facilmente ottenere i dati contenuti all'interno".
La sicurezza dei pagamenti online è assicurata dalla presenza del codice a tre cifre posizionato dietro alla carta, ma questo è un elemento che non protegge dal furto fisico: in questo caso il ladro può clonarla ed utilizzarla normalmente in negozio, perché le carte di credito non necessitano di PIN (anche i bancomat contactless sotto i 25€ di spesa).

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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