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Chris Putnam attacca Facebook e Zuckerberg lo assume, una favola tech

La favola tech di Chris Putnam: un giovane uomo che, per realizzare il suo sogno, attacca il colosso Facebook e vince.
A cura di Anna Coluccino
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chris putnam facebook

Trovare un lavoro con una paga decente che non trasformi il povero lavoratore in una sorta di schiavo a rimborso spese è una cosa decisamente ardua ai tempi d'oggi, in tutto il mondo. La verità è che, in Italia, la disoccupazione giovanile ha superato l'8%, ci troviamo nella condizione in cui, per la prima volta nella storia di questo paese, la generazione dei figli vive in una condizione di inferiorità rispetto a quella dei padri. Siamo, letteralmente, alla regressione. E nessuno fa nulla. Oggi, però, abbiamo deciso di dare una mano di colore alle pareti del giorno e provare a trasformare, per un attimo, il grigiore dell'esistenza in un arancione carico di positività.

Lo so… Ora sembro uno di quegli animatori da spiaggia che insiste nel volervi trascinare a fare il "gioco aperitivo" anche se non ne avete alcuna voglia, anche se avete avuto un anno tremendo e vorreste soltanto abbrustolire al sole o lasciarvi andare alla corrente del mare, sperando segretamente di dissolvervi nella pace eterna. Ma niente, l'animatore non vi molla, ed oggi anch'io ho intenzione di costringervi ad ascoltare una bella storia, una favola tech per l'esattezza. Di quelle che dimostrano che si può ancora sperare, che esistono ancora dei modi per farsi notare dalle grandi aziende, che se c'è il desiderio e la caparbietà è possibile riuscire.

Ok, lo ammetto, vale la pena essere sinceri e dire fin da subito che sì, si tratta della storia dell'uno su mille che ce la fa, ma, siamo obiettivi! A nessuno piace la storia degli altri 999 che restano attaccati al tram e, pertanto, beccatevi questa bella favola digitale e fate lo sforzo di non distruggerla, fin da subito, con il cinismo della realtà. Lo farete domani. Per oggi, ascoltate. Può tornare utile per addormentare i vostri piccoli figli-geek o per risollevarvi il morale quanto tutto va storto.

Cominciamo.

"C'era una volta un ragazzo di nome Chris Putnam, aveva diciannove anni, i capelli biondi come il miele e gli occhi… (non ho idea del colore dei suoi occhi ma, per convenzione, facciamo…) azzurri. Molti anni fa (nel 2005 in realtà) il giovane Chris decise che era giunto il momento di diventare uomo e di provare il suo valore a tutto il mondo, e così,  insieme ai suoi fidi amici e aiutanti Marcel Laverdet e Kyle Stoneman, creò un worm che si replicava per mezzo un exploit XSS tramite un campo non trattato correttamente (so che questo linguaggio è molto poco fiabesco, ma c'è un limite a quel che si può favoleggiare), e tutto questo solo per attirare l'attenzione del grande principe: Mark Zuckerberg, un uomo che, sebbene poco più vecchio di Chris, aveva già cominciato ad accrescere la propria fama in tutto il creato, e si vociferava addirittura che fosse una sorta di essere mitologico a due facce: una faccia da timido imbranato ed una da arrogante calcolatore, ma questa è un altra storia… Quel che ci interessa è che Zuckerberg era riuscito a dar vita ad una brillante invenzione che aveva chiamato "Il Grande Libro delle Facce", altrimenti noto come Facebook, e Chris fremeva per farne parte.

Il worm creato da Putnam e compagni non era che un piccolo, piccolissimo mostro, ma molto potente, un mostro in grado di esaudire tre richieste: chiedere l'amicizia alla pagina Facebook di Chris, replicarsi nei vari profili e modificarne la grafica rendendola in tutto e per tutto simile a quella di una vecchia, decrepita invenzione, un'invenzione finanziata con il denaro del terribile Rupert Murdoch, il principe delle tenebre tech, un'invenzione dal nome: "Il Mio Spazio", altrimenti noto come, MySpace.

Il worm code si replicava di profilo in profilo, di pagina in pagina, di account in account (so che è sempre la stessa cosa, ma la reiterazione è una figura retorica essenziale nel racconto fiabesco) di utente in utente, era velocissimo e perfettamente in grado di nascondersi, di agire indisturbato infettando chiunque si limitasse anche solo ad osservare un profilo contagiato. Era la digital-peste più feroce che si fosse mai abbattuta sul Grande Libro, e faceva paura. Ma la verità è che il piccolo Chris Putnam voleva essere visto e, così, aveva fatto in modo di essere riconosciuto come "untore". Dopo appena un giorno, i tre piccoli hacker vennero scovati, e Chris fu contattato da sir Dustin Moscovitz, uno dei più importanti cavalieri del principe Zuckerberg, il quale invitò il piccolo Putnam a convegno, presso il magnifico reame di Palo Alto.

Il gran giorno sembrava arrivato, eppure Putnam cominciò ad essere pervaso da un lieve terrore: sembrava tutto troppo facile, troppo bello per essere vero… All'improvviso si ricordò che, appena qualche mese prima, un altro piccolo hacker era stato arrestato per aver fatto la stessa cosa, e nessuno aveva più avuto sue notizie. Il terrore lo scosse, ma l'ambizione era più forte di qualunque cose, e corse il rischio.

Chris incontro sir Moscovitz nel grande castello di Palo Alto, chiese di vedere il principe Zuckerberg, ma non gli fu concesso. Enunciò così a sir Moscovitz le sue qualità, spiegò come aveva creato il worm e quali erano le sue caratteristiche, illustrò tutti i punti deboli di cui soffriva il Grande Libro delle Facce e sorprese così tanto sir Moscovitz che, alla fine, riuscì a conquistare il tanto agognato premio.

Pochi giorno dopo il fatidico incontro, il piccolo Chris cominciò a lavorare per Facebook. Finalmente era giunto dove sognava di arrivare, aveva dimostrato il suo valore ed era stato ripagato. Oggi è un affermato ingegnere, una piccola leggenda nel mondo degli hacker e vive felice e contento"

Fine

Piccola chicca finale:

Tra i simpaticissimi scherzi da hacker, nella lista delle emoticon di Facebook, ce n'è una dedicata proprio a Chris Putnam, è la ‘Weird face'  e si richiama digitando nella chat di Facebook la stringa :putnam:

Provate e fateci sapere..


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