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Condividi la password di Netflix? Negli Usa è un crimine federale

O quasi. Lo suggerisce la sentenza di un tribunale americano in merito ad un caso che ha coinvolto la condivisione di credenziali appartenenti a due ex colleghi.
A cura di Marco Paretti
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Nel corso della scorsa settimana un tribunale americano ha pubblicato una legal opinion, un'interpretazione di un caso relativo ad un dipendente che avrebbe agito "senza autorizzazione" del proprietario del sistema utilizzando le credenziali di un ex collega (con il suo permesso) per accedere ad un "computer di proprietà dell'ex datore di lavoro". Ciò ha portato il tribunale a decretare che il dipendente avrebbe violato il Computer Fraud and Abuse Act (CFAA), una legge federale tradizionalmente utilizzata per prevenire le frodi che sfruttano l'utilizzo del computer. La decisione potrebbe trasformare anche una condotta innocente come la condivisione dei dati d'accesso tra amici e parenti in un crimine federale.

Lo ammette anche lo stesso giudice McKeown, responsabile della stesura dell'opinion, spiegando però che le circostanze del caso non somigliano a quelle di una semplice condivisione di credenziali, come quelle per accedere al proprio account Netflix. "La realtà è che i fatti e il contesto sono importanti nell'applicare il termine ‘senza autorizzazione'" ha spiegato il giudice. In questo caso la corte ha quindi deciso che la condivisione della password violava la legge federale, ma ha chiesto che in futuro i casi simili vengano valutati tenendo conto del contesto.

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Tutto bene, quindi? Non proprio, perché uno dei giudici si è detto comunque preoccupato per il precedente che questa decisione comporta. "Questo caso riguarda la condivisione delle password, che spesso avviene tra le persone" ha scritto il giudice Reinhardt. "Credo che il Computer Fraud and Abuse Act non renda milioni di persone dei criminali federali". Il giudice si dice preoccupato che in futuro una procedura apparentemente innocua come la condivisione delle credenziali di Netflix o Spotify possa diventare un crimine. "La decisione degli altri giudici non separa nettamente questo caso dalla condivisione consensuale delle password attuata da milioni di utenti" ha concluso.

Secondo questa decisione, quindi, se vi trovate negli Usa e condividete una password senza l'autorizzazione del proprietario del sistema – Netflix, per esempio – potreste essere arrestati per violazione di una legge federale. Certo, difficilmente gli utenti americani si ritroveranno l'FBI davanti alla porta, anche a causa dell'incertezza dell'ampiezza del termine "senza autorizzazione". Resta però la possibilità che qualche azienda voglia usare qualcuno come esempio per tutti, come già successo con la pirateria musicale. In questo, la decisione del tribunale fornirebbe una possibilità in più di farlo.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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