La notizia che il fondatore di Amazon Jeff Bezos ha acquistato il Washington Post per 250 milioni di dollari, è stata come un terremoto per il mondo degli analisti di media ed il mondo del giornalismo, ed ha fatto ritornare in mente i giorni in cui le grandi fortune correvano parallelamente al mondo dei quotidiani.
Che il giornalismo stia cambiando velocemente non è una novità, ed a quanto pare il panorama dei quotidiani americani potrebbe essere ridisegnato a breve. Diciannovesimo uomo più ricco al mondo, Bezos è il secondo miliardario ad acquistare un importante newspaper in meno di una settimana: solo pochi giorni fà, John Henry (il magnate proprietario dei Red Sox), ha acquistato il Boston Globe.
Operazioni finanziare che si vanno ad aggiungere allo scorporo della divisione "intrattenimento" da quella "editoriale" di News Corp. ed alle trattative di Tribune per la vendita del Los Angeles Times e del Chicago Tribune.
In una lettera al team del Post, il nuovo proprietario ha messo in evidenza come il mondo di internet abbia totalmente rivoluzionario l'editoria e di quando sia importante implementare e sperimentare questo nuovo modo di fare informazione: "Non guiderò il Washington Post giorno per giorno. Il Post ha già un eccellente team al comando, che sa molto più di me di media e sono grato che abbia accettato di restare. Il dovere del Post resterà quello nei confronti dei lettori, ma cambiamenti sono necessari perchè internet ha cambiato quasi tutti gli aspetti dell'industria."
Laureatosi con Lode all'Università di Princeton, le origini dell'impero di Bezos sono molto "simili" a quelle di Steve Jobs con la sua Apple: la sede di Amazon era inizialmente in un garage, ma la sua apertura è avvenuta in concomitanza ad una sentenza della Corte Suprema, in base alla quale chi vendeva prodotti online non doveva incassare tasse sulla vendita negli Stati in cui non era fisicamente presente.
Nel marzo 2012, le Bezos Expeditions hanno ritrovato i motori perduti dalla missione lunare Apollo 11 ed hano in programma un tentativo di portarli in superficie. Ma non finisce qui, il magnate ha anche investito in un'azienda aerospaziale con sede nel Texas occidentale, il cui scopo è quello di creare un razzo con atterraggio e decollo orizzontali.
Amante ed esperto di tecnologie, il nuovo proprietario del Post, sta cercando di integrare i robot nella la sua forza lavoro: nel marzo 2012, Amazon ha acquistato (per 775 milioni di dollari) la Sistemi Kiva, un'azienda di robotica, con la speranza di accellerare il processo di evasione degli ordini.
Anche se la sua vita coniugale è sempre rimasta privata, Bezos e la moglie Mackenzie hanno fatto notizia nel luglio 2012 per una donazione pubblica molto rara: 2.5 milioni di dollari al Washington United for Marriage, un gruppo di supporto per Referendum 74, che legalizza il matrimonio omosessuale nello stato di casa della coppia.
Con l'acquisto del Washington Post, Bezos fa continuare la tradizione degli ultra milardari che investono nell'industria dell'editoria, seguendo la scia di Warren Buffett che ha comprato negli ultimi due anni più di 60 quotidiani, e di Carlos Slim che controlla una quota del New York Times.