Dopo il successo riscosso nel Regno Unito, dove la novità è stata introdotta da circa una settimana, Facebook attiva anche nel Bel Paese la possibilità di poter identificare la propria sessualità scegliendo tra circa sessanta nuove tipologie. Non più solo “maschio” o “femmina”, quindi, ma anche ”trans uomo”, “trans donna”, “bisessuale” e tantissime altre opzioni, tra cui compare addirittura "femminiello", un termine da secoli parte del dialetto napoletano:
Il "femmenèlla" (in lingua napoletana anche "femminéllo", "femmenèllo" al singolare e "femminiélle", "femmeniélle" al plurale) è una figura tipica della cultura tradizionale popolare partenopea, la cui identità di genere cade all'infuori di una concezione duale dei sessi. Spesso sovrapposto alla più diffusa realtà Transgender o Transessuale, il femmenèlla rappresenta invece un'identità culturale e sociale molto peculiare e storicamente ancorata nel tessuto urbano napoletano.
Una novità importante, resa possibile dopo ore di lungo lavoro in collaborazione con diversi gruppi di attivisti per i diritti della comunità LGBT e che consentirà "anche in Italia alle persone che usano Facebook, e non si identificano né con uomo né con donne di poter esprime la propria identità", come ha precisato Laura Bononcini, responsabile relazioni istituzionali di Facebook.
Per scorrere l'elenco completo delle nuove identità sessuali introdotte da Facebook anche in Italia, bisognerà recarsi nella sezione relativa alle informazioni personali sul proprio profilo di Facebook:
Da questa sezione, posizionandosi nell'area relativa alle Informazioni di base e scegliendo di modificare la voce relativa al proprio sesso, sarà possibile selezionare – oltre che a uomo e donna – anche la voce "personalizzata", tramite la quale si potrà inserire manualmente l'identità sessuale che si preferisce, per poi selezionarne una tra le oltre sessanta disponibili.
Molto positivo anche il commento di Flavio Romani, presidente dell'Arcigay, secondo cui "Scorrere una lista con termini come transgender vuol dire fare cultura". "In ogni Paese la lista delle definizioni è stata personalizzata", ha commentato Vincenzo Branà, portavoce dell'associazione lesbica e gay più importante in Italia, "e i femminielli sono una tradizione italiana".