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Il segreto di Airbnb? Un motore di ricerca migliore di quello di Google

Nel corso del periodo estivo milioni di persone in tutto il mondo si rivolgeranno ad Airbnb per trovare un appartamento – o una stanza – nel quale passare le vacanze. Per molti questo significa non solo trovare un luogo vicino alla propria meta, ma anche individuarne uno in grado di soddisfare le loro preferenze personali. Il segreto del successo di Airbnb è il suo motore di ricerca. Ecco come funziona.
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A cura di Marco Paretti
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Nel corso del periodo estivo milioni di persone in tutto il mondo si rivolgeranno ad Airbnb per trovare un appartamento – o una stanza – nel quale passare le vacanze. Per molti questo significa non solo trovare un luogo vicino alla propria meta, ma anche individuarne uno in grado di soddisfare le loro preferenze personali. Presenza di WiFi, possibilità di portare animali, parcheggio gratuito, etc. Per fare in modo che questo avvenga in maniera semplice e veloce, però, è necessario un motore di ricerca estremamente avanzato ed efficiente. Ancor più di quello di Google.

Airbnb è difficilmente annoverabile tra le aziende leader nel campo dei motori di ricerca; lo sono Google, Bing e Yahoo, ma anche Amazon, Facebook e Twitter. Ciò che distingue il servizio di ricerca di appartamenti e stanze, però, è l'unicità della ricerca stessa, che riguarda fattori ben più variabili di un "semplice" elenco di link. Gli appartamenti si rinnovano, altri non sono sempre disponibili e alcuni proprietari non controllano regolarmente le email o non vogliono affittare la propria casa per pochi giorni durante il periodo estivo. Il compito di mettere insieme tutti questi dati ed offrire agli utenti un elenco di appartamenti che possano soddisfare tutte le loro esigenze ricade quindi su Airbnb, che di conseguenza non può limitarsi ad offrire una lista di soluzioni localizzate in una determinata area geografica. Così come Google non può fornire un elenco infinito di link sprovvisto di un preciso ordine.

airbnb ricerca

"Devi sempre far andare d'accordo la domanda e l'offerta. Nel nostro caso l'offerta è completamente unica" ha spiegato Mike Curtis, CEO di Airbnb, a Wired. "Quindi il problema di accoppiare le necessità degli utenti con quelle dei proprietari è piuttosto complesso". La soluzione è quella di utilizzare software in grado di apprendere le abitudini e le preferenze degli utenti e dei proprietari in modo da proporre gli abbinamenti più rilevanti. In breve, in risposta alle ricerche il sistema deve proporre i risultati che, secondo l'algoritmo del servizio, entrambe le persone coinvolte accetteranno con più probabilità. In particolare, le liste basate sulla maggiore propensione del proprietario ad accettare l'ospite hanno portato ad un incremento del 4% nelle prenotazioni.

In futuro, spiega l'azienda, il sistema di apprendimento si evolverà per comprendere le preferenze degli utenti senza che questi le esplicitino attraverso la selezione dei filtri di ricerca. Dai pattern dei clic effettuati all'interno del sito, per esempio, il sistema sarà in grado di capire se ad un potenziale ospite piacciono di più gli appartamenti luminosi o quelli più scuri. L'obiettivo è quello di rendere sempre più immediata e semplice la procedura di prenotazione di una casa o di una stanza, in modo da evitare che gli utenti si rivolgano a servizi concorrenti. "È impensabile che se un utente sta cercando un posto in cui stare a New York debba attraversare decine di migliaia di inserzioni prima di trovare quella giusta" ha concluso Curtis. "Dobbiamo diventare sempre più intelligenti".

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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