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Intelligenza artificiale, un robot ha superato un test di autocoscienza

Il raggiungimento dell’autocoscienza da parte di un’intelligenza artificiale rappresenta uno dei traguardi più importanti per chi sta portando avanti la ricerca robotica. Oggi siamo ancora più vicini a raggiungere questo obiettivo grazie ad una ricerca svolta dal professor Selmer Bringsjord del Rensselaer Polytechnic Institute di New York.
A cura di Marco Paretti
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robot autocoscienza

Il raggiungimento dell'autocoscienza da parte di un'intelligenza artificiale rappresenta uno dei traguardi più importanti per chi sta portando avanti la ricerca in questo campo. In effetti, l'autocoscienza è il vero obiettivo finale: un'IA in grado di comprendere la sua presenza nel mondo e, soprattutto, di essere consapevole di sé stessa è considerato un po' come il Santo Graal della robotica. E oggi siamo ancora più vicini a raggiungere questo traguardo. Il merito è di una ricerca svolta dal professor Selmer Bringsjord del Rensselaer Polytechnic Institute di New York, il quale ha messo alla prova tre robot con l'indovinello conosciuto come "Gli uomini saggi del re".

Il suo svolgimento è semplice: sulla testa di tre uomini vengono posizionati altrettanti cappelli e gli viene chiesto di rispondere ad un quesito per diventare il nuovo consigliere del re. Quest'ultimo, dopo aver specificato che si tratterà di una sfida equa, afferma che sulla testa di ognuno dei tre uomini è stato posizionato un cappello o blu o bianco e chiede ad ognuno di indovinare di che colore è il proprio. In realtà, proprio perché la sfida è equa, tutti e tre i cappelli sono blu. L'inganno sta nel fatto che gli uomini, vedendo che gli altri due hanno in testa cappelli blu, sono portati a dire che il loro è bianco.

robot autocoscienza

L'indovinello proposto ai tre robot NAO è simile: il professor Bringsjord li ha programmati in modo che due di loro fossero silenziati da una pillola virtuale, senza che però sapessero chi poteva parlare e chi no. Successivamente, l'autore dello studio ha domandato a chi era stata data la pillola. Il robot non silenziato – e, quindi, l'unico a poter parlare – ha inizialmente risposto "Non lo so", per poi aggiungere "Scusa, ora lo so. Sono riuscito a provare che non ho preso io la pillola".

Il robot ha quindi compiuto un'operazione cognitiva che all'apparenza può sembrare semplice, ma che per un'intelligenza artificiale non lo è affatto. Ha cioè capito la domanda, ascoltato la propria risposta e compreso che l'unico a poter parlare era lui. Insomma, per la prima volta un'IA ha superato un test basilare di autocoscienza, un risultato che Bringsjord presenterà all'interno della RO-MAN, una conferenza sulla robotica che si svolgerà ad agosto in Giappone. L'importante scoperta, peraltro, fa sorridere quando si legge che, all'interno della biografia del professore, viene riportata la frase "la mente umana sarà sempre superiore a quella delle macchine".

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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