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Internet nello spazio: la connessione è peggiore di quella di un modem 56k

La connessione ad internet della Stazione Spaziale Internazionale? È peggiore di quella offerta dai modem 56k. A dirlo sono gli stessi astronauti che quotidianamente si ritrovano ad utilizzare la connessione per navigare sul web, inviare tweet e mettersi in contatto con amici e parenti.
A cura di Marco Paretti
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Internet ISS

La connessione ad internet della Stazione Spaziale Internazionale? È peggiore di quella offerta dai modem 56k. A dirlo sono gli stessi astronauti che quotidianamente si ritrovano ad utilizzare la connessione per navigare sul web, inviare tweet e mettersi in contatto con amici e parenti. La connettività internet della Stazione Spaziale Internazionale è garantita da una network di satelliti – lo stesso utilizzato dagli ingegneri della NASA per contattare gli astronauti sulla ISS – che rende possibile la comunicazione tra la Terra e la stazione. Quest'ultima è fornita di diverse apparecchiature tecnologiche, tra cui computer portatili e tablet. Il problema, però, non risiede nella tecnologia utilizzata, bensì nel metodo di comunicazione che fa rimbalzare il segnale prima sui satelliti e poi sulla Terra.

Internet è approdato sulla ISS cinque anni fa grazie ad un'iniziativa della NASA che puntava a migliorare la vita degli astronauti sulla stazione, attenuando allo stesso tempo il senso di isolamento. Il funzionamento della connessione, la cui larghezza di banda non ha nulla da invidiare a quella delle nostre linee di casa, è però decisamente più complesso rispetto a quello terrestre. Il segnale, infatti, parte dalla stazione e percorre circa 35 mila chilometri nella direzione contraria, verso un network di satelliti in orbita geosincrona. Questi ultimi rimbalzano a loro volta il segnale verso Terra, dove la richiesta viene processata per poi ripercorrere a ritroso il percorso.

In breve, la connessione ad internet avviene sfruttando un computer remoto presente sulla terra. Un po' come se noi ci collegassimo via tethering al nostro smartphone da una stazione spaziale, facendo percorrere al segnale decine di migliaia di chilometri. Il problema non è quindi la banda, che di fatto sarebbe anche di buon livello, ma la distanza che il segnale deve percorrere e che, inevitabilmente, rallenta la linea. La connettività non è comunque sempre terribile: durante il loro tempo libero gli astronauti hanno la possibilità di guardare programmi televisivi e partite sportive.

Tutti questi dati – compresi quelli utilizzati per lavorare e i comandi per modificare determinati aspetti della stazione come altitudine e temperatura – passano attraverso la stessa connessione, che quindi è facilmente intasabile. Per quanto riguarda i film, invece, prima di partire gli astronauti hanno la possibilità di sceglierne alcuni da guardare nello spazio. Il prossimo passo sarà quello di utilizzare un raggio laser che dalla ISS possa trasmettere file direttamente verso la Terra. Gli ingegneri della NASA hanno già completato con successo il trasferimento di un filmato in alta definizione utilizzando questo metodo e sono fiduciosi per il futuro di questa tecnologia.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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