Prima di Facebook, dei profili, delle notifiche e del web iperconnesso c'era lui: MSN Messenger, la chat per eccellenza e il re della rete che dal 1999 ha segnato intere generazioni, salvo poi cadere nel dimenticatoio e soccombere all'arrivo di nuovi programmi e nuove tecnologie. Nel suo periodo di maggior splendore, però, MSN era IL web: non si poteva essere adolescenti senza possedere un account Messenger, forse in una maniera ancor più profonda dell'attuale dipendenza da Facebook. Per un semplice motivo: le alternative non esistevano o, se c'erano, rappresentavano solo una nicchia. Per comunicare, insomma, MSN era un vero e proprio miracolo 2.0, considerata anche l'epoca caratterizzata da SMS e messaggi a pagamento, ben lontana dalle comunicazioni veloci, sicure e gratuite offerte da programmi come WhatsApp, Telegram e Messenger (quello di Facebook).
Sommergere i contatti con i trilli
Una bestia nera per alcuni utenti, un divertimento per altri. Ancor prima del saluto, una raffica di trilli accompagnava l'apertura di una conversazione, che compariva sul desktop del computer con la delicatezza di una parata militare salutata da una scarica a salve e il passaggio delle frecce tricolori. Ma solo ad una condizione: conoscere i programmi giusti. Gli sviluppatori sapevano bene che la funzione poteva infastidire gli utenti, così ad un certo punto hanno applicato una limitazione al numero di trilli utilizzabili in rapida successione. La soluzione? Programmi come A-Patch, il più famoso, che consentivano di aggirare il limite ed inviare un'infinità di trilli. Un successo, quello dei trilli, che negli anni ha provato a riproporsi in altre forme; come i Poke di Facebook, che però in breve tempo sono caduti nel dimenticatoio. Forse la chiave del successo dei trilli era proprio il fastidio che provocavano.
Scrivere il messaggio di stato nella maniera più creativa (e caotica) possibile
Prima ancora di profili, immagini, testi e infiniti aggiornamenti sulle nostre vite, l'unica finestra sul nostro mondo offerta ad amici e contatti era lo spazio destinato al nostro stato posizionato accanto al nome. La storia di questa funzione è turbolenta: inizialmente lo abbiamo utilizzato tutti per scrivere frasi, pensieri e battute, poi però ci si è scontrati con un problema sempre crescente, quello del numero di contatti. Decine, poi centinaia di nomi hanno cominciato ad affollare l'homepage del programma, rendendo difficile il riconoscimento dei singoli amici. Da qui è nato il caos: per farsi riconoscere bisognava apparire e per apparire bisognava essere stravaganti. Così le pagine principali di MSN si sono riempite di colori e di messaggi scяιттι in υηα ѕтяαηα ℓιηgυα a metà tra l'elfico e l'italiano. E guai a chi ci rubava lo stile.
Interrogarsi per ore sulla scritta "sta digitando"
C'è un motivo se oggi noi – e le generazioni dopo la nostra – sentiamo un brivido lungo la schiena quando, su WhatsApp o Messenger, appare la scritta "Sta scrivendo". È come una paura che il processo evolutivo ha ormai passato ai nostri figli, come quella per il buio o per l'ignoto. L'origine è da ricercare proprio in MSN, il primo servizio ad offrire la funzionalità che consentiva di sapere quando il contatto stava digitando il testo. Una possibilità temuta soprattutto per la sua imprevedibilità: spesso capitava di osservare la scritta per decine di minuti, innervosendosi pensando di doversi sorbire un messaggio titanico e inaspettato, salvo poi constatare che il contatto era andato offline e che quella scritta probabilmente era solo un errore del sistema.
Far sapere a tutti che musica ascoltiamo
Lo stato è in breve tempo diventato uno degli elementi principali del nostro account e, soprattutto, l'unico dettaglio visualizzabile istantaneamente da tutti. Insomma, una sorta di antenato degli attuali profili social. Così, nel tempo, gli sviluppatori si sono inventati diversi utilizzi, come quello che ha permesso agli utenti di segnalare la canzone ascoltata in tempo reale su Windows Media Player. A volte, quindi, il caos nel messaggio di stato lasciava spazio al titolo di una canzone. Che, probabilmente, era un brano degli Offprings o dei Blink 182.
Abusare delle emoticon (prima delle emoji)
Ora le emoji sono una parte importante – verrebbe da dire fondamentale – del web, ma negli anni '90 nessuno aveva idea di cosa fossero. Al loro posto, il popolo del web utilizzava le emoticon (anche animate) che MSN metteva a disposizione per colorare le conversazioni. L'utilizzo, poi, non differiva molto da quello che attualmente caratterizza le emoji: diffuso, stravagante e semplicemente eccessivo. Tanto da arrivare a realizzare discussioni esclusivamente composte da emoticon.
Creare profili falsi (e non cadere vittima di scherzi)
Una delle abitudini più in voga ai tempi di MSN era una sorta di chiamata anonima 2.0: ci si creava un profilo finto con tanto di immagine e frase accattivante per poi andare a flirtare con uno o più contatti. L'obiettivo? Ottenere dichiarazioni o scatti compromettenti da parte degli utenti. Questa tendenza, che nel tempo è spesso scaduta nell'eccesso e nel bullismo, ha portato ad un diffuso senso di insicurezza: chiunque, a parte gli amici più stretti, poteva essere in realtà un account fittizio pronto a sbandierare i nostri passi falsi.
Passare intere giornate a chattare
C'era la scuola e poi c'era MSN. Nient'altro, a parte qualche sporadica uscita al di fuori delle mura casalinghe. Non c'erano smartphone, applicazioni o dispositivi portatili in grado di connetterci anche all'esterno: MSN era rinchiuso all'interno del nostro computer e da lì noi dovevano accedervi. Avete presente i film o le serie TV degli anni '80 dove i figli più giovani cercavano sempre un modo per stare al telefono con amici o fidanzati/e? Ecco, MSN è stato l'equivalente del nuovo millennio delle chiamate degli anni '80. Si parlava con gli amici, ci si scambiava i compiti di scuola con i compagni di classe e si arrivava persino a flirtare, ponendo la fatidica domanda negli spazi virtuali (ma rassicuranti) di MSN: "Vuoi uscire con me?".