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A Berlino sbarca il Partito dei Pirati

Successo clamoroso per il Partito dei Pirati alle amministrative di Berlino, che conquista ben 15 seggi nel parlamentino della capitale tedesca. Dopo la Svezia il fenomeno della “democrazia 2.0” si sposta al cuore dell’Europa.
A cura di Angelo Marra
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Freiheit statt Angst 2009

"Non ti fidare degli slogan, cerca come nel surfing". La filosofia del Piratenpartei è tutta in questo motto, di cui è stata tappezzata nelle scorse settimane l'intera Berlino. Sono giovani, competenti e dalle idee chiare. Ma soprattutto, sono tech.

Il nocciolo duro del loro pensiero è quello che, in teoria, dovrebbe perseguire qualsiasi movimento o partito politico in ogni nazione del mondo: libertà, democrazia, partecipazione, diritti civili, diffusione della cultura, ricerca e sviluppo. La loro novità, invece, è lo strumento con cui realizzare tutto questo: la rete.

Ovviamente alle spalle ci sono solide competenze ed ottimi percorsi di studio (il loro leader, il 28enne Sebastian Nerz, è laureato in Bioinformatica alla prestigiosa Università di Tubinga) ma la giovane età rappresenta questa volta non uno svantaggio, ma la possibilità di dare alla politica e alle amministrazioni una vera e propria rinfrescata, con nuove leve dotate di una visione del mondo più moderna e contestualizzata, piuttosto che lasciare il comando a vetusti settantenni che da tempo hanno dimostrato la loro incapacità di leggere i cambiamenti della società.

L'idea dei pirati della politica (in realtà di totale abnegazione al pacifismo, a dispetto del nome battagliero) nasce in Svezia nel 2006 per decisione di Rickard Falkvinge, con l'intento di rivoluzionare il concetto di copyright e diritto d'autore (e di conseguenza l'aspetto legislativo), allargando poi il suo campo d'azione ai diritti civili, educazione, gestione dei brevetti e così via.

In Italia il fenomeno è presente anche se poco conosciuto, mentre in Germania, con i recenti risultati alla amministrative della capitale, sono diventati un interlocutore politico che persino i colossi come la CDU di Angela Merkel e l'SPD tengono in seria considerazione.

D'altro canto il Piratenpartei sembra essere molto più che un semplice movimento di protesta; la campagna elettorale si è svolta quasi interamente in rete e ha investito molto sul voto giovanile, soprattutto in una realtà cosi complicata come quella della cosmopolita Berlino.

Oltre alle battaglie nobili sui massimi sistemi i giovani del Piratenpartei hanno battuto molto sui problemi concreti della città, come i trasporti gratuiti ed un reddito minimo per tutti i cittadini, ma anche legalizzazione delle droghe leggere ecc., tutti temi molto sentiti dall'elettorato berlinese.

Il prossimo appuntamento è per il 2013, quando dovrebbero svolgersi le Elezioni Federali in Germania. All'ultima tornata il Piratenpartei ha raggiunto il 2%, piazzandosi al primo posto tra i partiti esclusi dallo sbarramento (5%), ma gli osservatori concordano sulla possibilità che i giovani pirati della politica possano ottenere risultati molto più consistenti alle prossime elezioni, anche alla luce del declino che sta investendo l'intera classe politica teutonica.

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