Arriverà in questi giorni, proprio nel momento in cui il mondo chiede ai servizi in streaming di ridurre la qualità dei loro contenuti per far fronte all'aumento dell'utilizzo di banda in questi giorni di quarantena. La sfida a Netflix che Disney lancia con il suo servizio Disney+ arriva in tutto il mondo in un momento di certo proficuo visto il numero di persone che, bloccate a casa, stanno utilizzando attivamente tutti questi servizi. Lo fa con un catalogo che punta tanto sull'aspetto nostalgico quanto sulla forza di alcune serie e film originali, proponendo una nuova applicazione che ha l'arduo compito di contenere tutto questo enorme catalogo. L'abbiamo provata in anteprima, a qualche giorno di distanza dal lancio ufficiale in Europa e in Italia.
Può sembrare superficiale, ma l'applicazione rappresenta un elemento fondamentale per un servizio di streaming, soprattutto sul lungo termine quando l'utente deve farsi consigliare cosa guardare. Se è vero che all'inizio in molti saranno attratti dalle nuove serie o dai film che non hanno ancora visto, lo è altrettanto il fatto che dopo qualche mese dovranno iniziare, proprio come avviene su Netflix, a farsi consigliare dalla piattaforma stessa. È uno degli elementi fondamentali dell'esperienza di Netflix, che, come abbiamo spiegato in un precedente approfondimento, arriva a modificare persino le singole immagini di anteprima per riuscire ad ingolosire gli utenti. E Disney+?
Sull'efficacia sul lungo termine dell'algoritmo, purtroppo, al momento possiamo dire poco. Di certo, però, l'impostazione attuale di Disney+ all'interno delle sue app – quindi sito web, smartphone, tablet, Smart TV e console – è quella basilare: un carosello degli show principali posizionato in alto seguito da varie "strisce" di contenuti. La prima è la più interessante ed è la divisione per properties dell'azienda: Disney, Pixar, Marvel, Star Wars e National Geographic. Selezionandone una si entrerà in un'ulteriore sottomenu che raggruppa tutti i contenuti di quella categoria. Anche con questa impostazione, però, l'esperienza può essere un po' travolgente visto il numero di contenuti. In aiuto arrivano sicuramente le colletion, raccolte suddivise per singole serie – Era Glaciale, Pirati dei Caraibi e Tory Story, per esempio – che raccolgono tutti i film e le serie su quello specifico brand.
Sotto alle properties troviamo i raccomandati, che è dove l'algoritmo dovrà dimostrare la propria capacità nei prossimi mesi. Sotto ancora i classici "Nuovi su Disney+" e "Continua a vedere", in pieno stile Netflix. L'interfaccia della pagina principale è semplice e in linea con il lavoro fatto da altri servizi in streaming, ma qui si sente davvero il peso – che è croce e delizia di Disney – della quantità di contenuti del suo catalogo. Aprire l'app pensando "ora scelgo cosa vedere" fa scendere una gocciolina di sudore. Che da un lato è un bene, dall'altro non si deve scontrare contro un'esperienza troppo confusionaria. L'app di Netflix, per fare l'esempio di un'app con più "esperienza", è più accomodante in questo senso, proponendo un singolo contenuto in evidenza ma che occupa tutto lo schermo e spezzando le linee successive con altri contenuti in evidenza scelti dall'algoritmo, trailer e contenuti multimediali, come nel caso dell'app per smartphone dove sono presenti delle "storie" che danno un'infarinatura generale del contenuto in pochi secondi. Per il momento su Disney+ manca tutta questa parte, in favore di una gestione curata a mano e meno algoritmica. Dove funziona bene è nel menu di ricerca, ben organizzato per tipologia e contenuti.
Per quanto riguarda le impostazioni, ovviamente Disney+ consente di accedere con diversi profili nello stesso account, per esempio dividendoseli tra i membri di una famiglia per mantenere separati gli interessi. Si può scegliere la qualità dei contenuti scaricati, come nel caso di Netflix, e si possono gestire i dispositivi associati all'account. Una buona notizia, visto che inizialmente si parlava di un limite di 10 dispositivi non modificabili che si sarebbero potuti associare a un singolo account: in realtà sarà possibile aggiungere nuovi dispositivi semplicemente sostituendo uno o più di quelli “vecchi”. Sempre nelle impostazioni è presente la propria lista di contenuti salvati, similmente alla concorrenza. Ciò che manca e che fa davvero la differenza è un'indicazione chiara su cosa è in 4K HDR e cosa no. Sebbene esista una lista specificatamente dedicata ai contenuti 4K e HDR, aprendo le pagine dei singoli contenuti la dicitura si limita a definirli HD e a specificare se è presente il Dolby Vision per l'audio. Sarebbe più chiaro – e semplice – specificare per ogni singolo contenuto cosa è possibile visualizzare alla massima risoluzione e con la gamma dinamica migliore.
Tutto sommato, però, l'app è funzionale e da valutare per quello che è: il primo passo di Disney nel mondo dello streaming. In questo senso in realtà non si discosta molto da quella di Prime Video che ha di certo ha avuto modo di adattarsi per più tempo eppure continua a sembrare ancora più confusionaria nel suo proporre i contenuti. Disney+ ha dalla sua una gestione più intelligente delle serie e delle saghe, cosa che rende meno complessa la gestione dei contenuti da parte degli appassionati. Resta da vedere come si comporterà l'algoritmo nel corso dei prossimi mesi e se riuscirà a rivaleggiare con il campione in questo campo, Netflix.