AgCom verso la spartizione politica, ignorate le richieste della rete
Quella che sembrava una nuova alba per il nostro paese, la prima volta in cui i cittadini “rischiavano” di essere accidentalmente rappresentati, si sta trasformando come al solito nel canonico gioco di poltrone, dove a regnare sono solo le logiche partitiche e dove merito, competenza e volere popolare sono pedissequamente ignorati, come nella migliore delle tradizioni italiche. Qualche settimana fa il NewYork Times in un articolo dedicato proprio alla questione AgCom aveva definito la candidatura di Stefano Quintarelli, l'informatico veronese sostenuto a gran voce dal popolo della rete (e non solo), “poco probabile”; il motivo? La mancanza di legami con la politica, quel tipo di legami che in passato hanno fatto sì che il nostro paese lotti da sempre nelle classifiche internazionali contro altri paesi del terzo mondo per l'ultimo posto in termini di modernizzazione. Chi sperava che il governo dei tecnici mettesse un tecnico alla guida di un organo così importante ha di certo peccato di ingenuità; conflitti di interessi e spartizioni politiche non hanno certo abbandonato il nostro paese, sono solo passati in secondo piano nei tg per via della condizione ridicola in cui i partiti italiani si sono trovati, incapaci persino di assolvere al ruolo per cui erano stati votati e costretti a chiamare soggetti esterni per far (mal)governare l'Italia. Se nell'esecutivo di Monti alcuni hanno visto il fallimento e la morte della politica italiana, questa dimostra invece una vitalità inaspettata quando in ballo ci sono ‘cadreghe'.
GIOCHI DI POLTRONE – Il Pdl ad esempio sostiene la candidatura di Antonio Martusciello, ex dirigente Publitalia, ex sottosegretario all'Ambiente, ex vice Ministro dei Beni Culturali ed attualmente commissario AgCom sotto la direzione di Calabrò. Mario Monti invece spinge per l'elezione a Presidente il 63enne Angelo Cardani, come lui bocconiano doc ed esperto di economia. Il Pd deve rinunciare ad uno dei suoi due candidati per lasciare un posto all'Udc, concentrando la sua scelta su Maurizio Dècina, uno dei pochi partecipanti al toto nomi ad avere una preparazione tecnica adeguata a ricoprire il ruolo ma si tratta della solita scelta “dall'alto”, la nomina per volontà divina che ignora del tutto il volere e le richieste dei cittadini, che tutto sommato, sono quelli su cui le leggi e i regolamenti AgCom vanno ad influire. L'Italia viva, attiva, che lavora, studia e si diverte in rete ha già fatto la sua scelta, da tempo e in maniera chiara: Stefano Quintarelli. L'Italia pecoreccia e cerchiobottista invece, ingoierà a capo chino questa ennesima mancanza di considerazione dell'espressione popolare. Dopotutto siamo in Italia, siamo abituati no?