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Alert.Us, la startup francese che aiuta i genitori a controllare i figli

La startup, nata lo scorso anno, ha realizzato un’applicazione per iPhone e Android che punta a mantenere costantemente in contatto i genitori con i proprio figli, dalle informazioni in tempo reale sulla posizione ad un allarme che comunica la carica insufficiente della batteria del device dei ragazzi.
A cura di Angelo Marra
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Tanti anni fa, quando ero ancora in quella fase dell'adolescenza dove si è fonte di ansia costante per i proprio genitori, i cellulari erano ancora degli oggetti dalle dimensioni improponibili e non certo di ampia diffusione mentre gli smartphone, così come li conosciamo oggi, non trovavano spazio nemmeno nella fervida immaginazione di qualche scrittore di fantascienza. Mi manca quindi la capacità di comprendere cosa significhi attraversare un periodo di crescita così particolare avendo la possibilità di usufruire delle enormi, inedite ed infinite potenzialità offerte dalla rete, accessibile da un semplice telefonino, ovunque ed in qualsiasi momento.

Allo stesso tempo però, ho goduto dell'ultimo anelito di vera libertà, prima che la diffusione di simili device ci assicurasse da una parte la conoscenza omnia a portata di mano ma dall'altra ci trasformasse in soggetti perennemente monitorati e controllati. Prima di tutto dai genitori, muniti ora di uno strumento di vigilanza impensabile fino a qualche anno fa.

A comprendere le potenzialità di questo tipo di utilizzo dei device, nell'ultimo biennio, sono state diverse aziende ma Alert.Us è senza dubbio la startup che più si è distinta nello sviluppo di un'applicazione specifica per la famiglia. L'azienda francese ha infatti realizzato un'app in grado di informare in tempo reale i genitori sulla posizione del proprio figlio, con uno speciale servizio di messaggeria interna per tutti i dispositivi collegati ed alcune funzioni aggiuntive che rendono Alert.Us il servizio ideale per le famiglie con un particolare interesse per il controllo.

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Molti di noi penseranno che una "sfida tecnologica" tra genitori e figli sia una battaglia persa in partenza per i primi, visto l'abisso di conoscenza che in genere separa la vecchia generazione dai cosiddetti indigeni digitali, ma nella volontà di Antoine Martin, fondatore di About.Us c'è il fermo proposito di riuscire ad invogliare i ragazzi ad utilizzare l'applicazione, piuttosto che pensare a blitz notturni da parte dei genitori o imposizioni forzate. In ogni caso l'app è studiata per "prevenire" alcuni dei sotterfugi classici adoperati dai teenager per sfuggire ai controlli. Se pensate ad esempio che sia possibile mentire sulla batteria del vostro terminale per giustificare un telefono spento (una delle scuse più comuni) sarete smascherati in un lampo. Alert.Us è infatti fornita di un servizio di notifica che informa i genitori dello stato della batteria del cellulare dei figli, avvisandoli nel caso sia insufficiente;, una funzione non presente su applicazioni dello stesso genere e che rende l'app uno strumento davvero implacabile.

Anche per la geolocalizzazione Alert.Us si distingue per il suo carattere familiy friendly, con la possibilità di impostare dei perimetri geografici e ricevere una notifica se il ragazzo entra oppure esce dall'area delimitata. Un comodo "Panic Button", facilmente accessibile, consente poi ai figli di chiedere aiuto e soccorso – ad una lista di persone precedentemente configurata – in caso di problemi .

Il business model scelto dalla startup, nata poco più di un anno fa, si basa su un canone mensile/annuale, dopo un periodo di prova gratuito (900 minuti oppure 3 notifiche). Il prezzo risulta però forse eccessivo se paragonato a servizi simili (6,99 dollari al mese oppure 64,99 all'anno), fatto sta che meno del 10% degli oltre 250.000 iscritti (di cui il 70% utilizza iPhone) ha effettuato finora il passaggio alla versione a pagamento dopo il trial. Il progetto comunque ha incontrato l'interesse di un gruppo di investitori, che hanno versato nelle casse della startup finanziamenti per 500mila dollari. Non è nota l'identità degli investitori, si sa soltanto che tra loro ci sono anche delle "super angel moms". Non c'è da stupirsene.

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