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Allarme privacy, hacker viola la telecamera di sorveglianza WiFi posta sulla culla di una neonata e inizia a urlare oscenità

Un hacker è riuscito a violare una telecamera di sorveglianza posta nella stanza di una bambina di 10 mesi, e ha iniziato a urlare cattiverie e oscenità. E’ accaduto in Ohio, ed è solo un ulteriore caso di violazione della privacy causato dalla scarsa sicurezza dei dispositivi domotici attualmente in vendita.
A cura di Dario Caliendo
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Dagli Stati Uniti arriva un nuovo preoccupante caso di violazione della privacy, avvenuto per colpa della scarsa protezione che caratterizza di attuali dispositivi "smart" domestici. L'episodio è avvenuto a Cincinnatti, in Ohio, dove una coppia è stata svegliata nel cuore della notte da una voce che proveniva dal baby monitor posto nella stanza della figlia di 10 mesi.

A quanto pare, un hacker ha violato una telecamera di sorveglianza WiFi Foscam, e non solo ne è riuscito a catturare le immagini trasmesse, ma ne ha preso totalmente il controllo, riuscendo a direzionare l'inquadratura e addirittura a inviare un segnale vocale, che è stato poi riprodotto dal dispositivo elettronico.

"Appena sentita la voce siamo corsi nella stanza di nostra figlia" – spiega la coppia – "accertato che non ci fosse nessuno, abbiamo subito notato che la telecamera di sorveglianza posta sulla culla di Emma (questo il nome del pargoletto) si era mossa in modo irregolare. Dopo qualche secondo la voce e tornata, urlando frasi poco piacevoli". Dopo aver tentato di svegliare la figlia, l'hacker ha puntato la telecamera WiFi al padre della piccola, iniziando a "gridare cose cattive ed oscene", una storia andata avanti finché i due non hanno deciso di disconnettere la IP-cam dalla rete.

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Si è trattato di una "comune violazione", hanno spiegato alcuni esperti di sicurezza, specificando come il basso livello di protezione relativo a tutti i nuovi dispositivi domestici connessi alla rete, li renda il bersaglio perfetto di hacker e malintenzionati. E' un fenomeno preoccupante e in veloce espansione, del quale però i massimi esperti sono coscienti: l‘allarme è arrivato da Eugene Kaspersky, co-fondatore e CEO di Kaspesky Lab (la quarta azienda al mondo in ambito sicurezza informatica) che ha avvisato gli utenti di tutto il mondo del fatto che dopo i personal computer, i telefoni cellulari e i dispositivi domotici saranno i prossimi obiettivi che gli hacker di tutto il mondo tenteranno di violare.

"Tecnicamente è possibile infettare milioni di dispositivi" – avverte l'esperto di sicurezza – "Accadrà, è solo questione di tempo. Sono milioni gli attacchi che annualmente colpiscono gli smartphone in tutto il mondo, soprattutto quelli Android. Sono veramente poche le cose che differenziano un dispositivo moblie da un dispositivo domotico, quindi è più che lecito aspettarsi un aumento importante degli attacchi rivolti a questa nuova tipologia di dispositivi sempre più connessi alla rete".

Non è la prima volta che si parla di sicurezza relativa ai nuovi dispositivi domestici intelligenti. Lo scorso dicembre oltre centomila "elettrodomestici intelligenti" sono stati infettati da un virus che li ha resi le vittime perfette per l’invio e la riproduzione di messaggi di spam: nel periodo che va dal 23 dicembre al 6 gennaio, sono state ben settecentocinquantamila le email contenenti messaggi spam e pubblicitari che hanno invaso le case intelligenti.

E’ un segno che i tempi cambiano anche per gli hacker, che hanno trovato negli elettrodomestici smart il loro paese dei balocchi, grazie ad un’architettura hardware praticamente identica a quella di uno smartphone o di un tablet, ma con un software non sviluppato per resistere ad attacchi che, seppur realizzati con una metodologia piuttosto semplice, hanno reso accessibile il sistema ad un gruppo di malintenzionati.

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