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Ora Amazon ha anche una flotta di 10mila risciò elettrici (per conquistare l’India)

Hanno 3 o 4 ruote e invaderanno le strade di 20 città indiane a partire da quest’anno. Lo scopo è realizzarne 10mila entro il 2025, in aggiunta agli altri 100mila veicoli elettrici che il gruppo ha già promesso. In fatto di lotta ai cambiamenti climatici però sull’azienda continuano a pesare le critiche di diversi gruppi di persone.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Amazon ha deciso di dare un'accelerata ai suoi piani per l'impiego di veicoli elettrici per le consegne a domicilio, a cominciare dall'India. In occasione di una visita del numero uno Jeff Bezos, la divisione indiana del gruppo ha annunciato di essere al lavoro su una flotta di motofurgoni elettrici che presto inizieranno a solcare le strade delle città indiane per portare a domicilio le merci ordinate online dagli utenti locali. L'obbiettivo è realizzare ben 10000 di questi mezzi entro il 2025.

L'anno scorso Amazon aveva dichiarato di voler azzerare il bilancio delle emissioni di CO2 in atmosfera derivanti dalla proprie attività entro il 2040, ovvero con 10 anni di anticipo rispetto a quanto previsto negli Accordi di Parigi sul clima, e come parte di questi sforzi aveva annunciato l'investimento di 100 milioni di dollari in attività di rimboschimento e per l'acquisto di 100000 veicoli elettrici per le consegne in tutto il mondo.

I 10000 motofurgoni destinati all'India si sommano a quelli già anticipati e sono stati progettati a partire da un programma pilota che si è tenuto proprio nel Paese asiatico nel corso del 2019. I veicoli sono stati insomma disegnati e realizzati in base alle esigenze emerse nella fase di test: saranno costruiti in versioni da 3 o 4 ruote e debutteranno nelle prime 20 città già a partire da quest'anno, ma le loro specifiche tecniche non sono state rese note.

L'iniziativa è lodevole ma su Amazon in fatto di lotta ai cambiamenti climatici continuano a pesare le critiche di diversi gruppi di opposizione. La presa la presa di posizione del 2019 aveva incontrato la fronda di un comitato di attivisti interno all'azienda: l'Amazon Employees for Climate Justice, che ha accusato la sociatà — tra le altre cose — di continuare a fare affari con chi invece guadagna dall'indistria dei combustibili fossili. La reazione di Amazon alle voci fuori dal coro è stata controversa: due dei dipendenti che hanno fatto sentire le proprie ragioni sono stati minacciati di licenziamento, in accordo — ha fatto notare Amazon — con le politiche aziendali, ma comunque evidenziando un conflitto interno su un tema cruciale per le sorti del pianeta.

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