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Antonio Di Pietro: “Internet unico spazio di libertà per l’informazione”

Dialoghi Digitali ha intervistato Antonio Di Pietro, ex magistrato e attuale leader dell’Italia dei Valori, partito politico molto attivo sul Web e che ha capito prima di tutti gli altri quali potessero essere le potenzialità della rete nel stabilire un rapporto di comunicazione sempre attivo tra la politica e gli elettori.
A cura di Redazione Tech
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Antonio Di Pietro è il primo rappresentante del mondo della politica italiana a rilasciare un'intervista a Dialoghi Digitali, la rubrica di dedicata ai protagonisti del Web curata dalla redazione di Fanpage. Dopo autorevoli rappresentanti del settore delle Tlc come Franco Bernabé, delle istituzioni comunitarie come Viviane Reding e del giornalismo online come Vittorio Zambardino, la testimonianza del leader dell'Italia dei Valori è particolarmente degna di nota: il partito di Di Pietro, tra quelli del Parlamento italiano, è con ogni probabilità quello che punta di più sulla Rete.

L'intervista che l'ex magistrato ha rilasciato a Dialoghi Digitali arriva in un momento particolarmente "caldo": il disegno di legge sulle intercettazioni è in discussione in questi giorni in Parlamento. Il provvedimento, che su alcuni giornali è stato denominato "legge bavaglio", potrebbe cambiare profondamente il mondo dell'informazione in Italia, intervenendo in un campo molto delicato come quello delle intercettazioni telefoniche e delle regole in merito alla loro pubblicazione sui media.

Di Pietro, inoltre, nell'intervista parla del rapporto dell'Italia dei Valori con due movimenti emergenti della politica italiana, la cui crescita è legata indissolubilmente alla Rete: il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo e Il Popolo Viola. Di Pietro sottolinea i tratti in comune tra il suo partito e le due giovani formazioni, saluta positivamente la novità da esse rappresentata e aggiunge: "Grillo denuncia un malessere sociale, ma l’Italia dei Valori che sta già nelle istituzioni vuole andare oltre proponendosi come alternativa di governo".

Di Pietro, il suo partito punta moltissimo sul web e il suo blog, tra quelli dei politici, è il più seguito in Italia. Quando si è accorto per la prima volta delle grandi potenzialità della rete? Il blog permette davvero una comunicazione diretta politico-elettore?

"Sin da subito l’Italia dei Valori ha compreso l’importanza della Rete quale strumento di informazione e partecipazione attiva. Il mio blog, il sito dell’Italia dei Valori, Facebook e Twitter sono piazze virtuali a disposizione dei cittadini attraverso le quali, oltre ad essere costantemente informati sulle attività del partito, possono interagire direttamente con noi. Insomma, questi nuovi strumenti di comunicazione rispondono al diritto di informare e di essere informati. Infatti, in rete la comunicazione diventa diretta e si ha la possibilità di interagire con gli utenti e di divulgare notizie.

Sono momenti difficili per il mondo dell’informazione, tempi di censura e occorre cercare nuovi spazi, finestre sul mondo che permettano ai cittadini di capire e sapere.Per questo l’Italia dei Valori ha sempre investito sul web.

E’ possibile, infatti, seguire dal sito dell’Italia dei Valori e dal mio blog le dirette streaming dalla Camera e dal Senato: interventi dei parlamentari dell’Italia dei Valori in Aula, question time con i ministri, conferenze stampa senza che vengano attivate le censure ormai all’ordine del giorno sui Tg di Mediaset o del servizio pubblico radiotelevisivo. Tutti gli utenti possono assistere in diretta alle sedute del Parlamento che riteniamo importanti, ma anche ai processi sui casi Dell’Utri, Bassolino, Mediaset, Mills.Insomma tutto ciò di cui i media italiani non parlano pur trattandosi di notizie rilevanti. Per quanto riguarda il mio blog, mi preme sottolineare che, tra un impegno istituzionale e l’altro, tengo a rispondere personalmente alle numerose e-mail che mi arrivano. Il blog è lo strumento più diretto per comunicare con me e per conoscere, oltre ai miei impegni, anche ciò che la stampa non pubblicherà mai".

Per la vittoria di Barack Obama alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 2008 l’utilizzo del web è stato decisivo. Alcuni hanno addirittura parlato di una vittoria di internet. In che modo Obama ha saputo sfruttare appieno le potenzialità del web?

"Barack Obama ha portato una grande rivoluzione. E’ stato il primo candidato alla presidenza degli Stati Uniti che ha scelto di finanziare la sua campagna elettorale tramite le sottoscrizioni online.È stato un passo fondamentale per la sua vittoria, ma anche un segnale chiaro del suo voler operare all’insegna della trasparenza, dell’indipendenza e dell’autonomia. Prima della sua elezione, infatti, il contributo economico versato dalle lobby (dal settore delle armi alle multinazionali del petrolio) al candidato presidente condizionava le scelte e le politiche future degli Stati Uniti. Obama, invece, ha puntato quasi esclusivamente sul finanziamento online cercando di dare così una svolta determinante all’amministrazione statunitense. E’ stato un grande cambiamento, una pagina nuova nella storia politica degli Stati Uniti e potrebbe rappresentare una grande scommessa per il futuro stesso del Paese".

Nel nostro Paese ancora oggi circa l’80% della popolazione utilizza la TV come principale fonte d’informazione. In Italia le decisioni relative alla televisione pubblica sono spesso influenzate dai maggiori partiti politici, mentre il principale network privato è sotto l’influenza del premier. Inoltre questi giorni sono decisivi per quanto riguarda il ddl sulle intercettazioni, in discussione al Parlamento: un provvedimento che potrebbe modificare profondamente l'informazione italiana. Da sottolineare infine come, nonostante se ne discuta da molti anni, una legge sul “conflitto di interessi” non sia mai stata attuata. Un’informazione pluralista in Italia c’è soltanto online?

"Il conflitto d’interessi che pesa sul nostro Presidente del Consiglio è un macigno sulla nostra democrazia. L’Italia dei Valori lo denuncia da sempre ed ha chiesto a gran voce e in più occasioni la sua risoluzione. Purtroppo, però, la nostra è rimasta una voce isolata nel deserto delle istituzioni.Si pensi al fatto che Berlusconi controlla le nomine di giornalisti e dirigenti della Rai e, allo stesso tempo, è a capo del maggior gruppo televisivo privato: Mediaset.

L’unico spazio di libertà per l’informazione è divenuto quindi internet, anche se questo esecutivo ha provato più volte, nel corso di questa legislatura, a mettere il bavaglio alla rete. Certo, bisogna controllare e vagliare le notizie che appaiono on line al fine di evitare l’uso errato di questo strumento di comunicazione ma la rete, di solito, si autocensura automaticamente. Ad ogni modo, l’Italia, in materia di libertà d’informazione, vive una situazione allarmante che non ha eguali nelle altre democrazie occidentali. Addirittura, l’ultimo rapporto di “Freedom House” ha retrocesso il nostro Paese al 72° posto nella classifica per la libertà d’informazione".

L’IdV ha preso parte al No B Day del 5 dicembre 2009: una grande manifestazione politica organizzata “dal basso”, puntando in particolare su Facebook. Come mai queste attività online talvolta nel lungo periodo non riescono a trovare momenti di condivisione offline, perdendosi per strada?

"La nostra è stata la prima forza politica ad appoggiare il No B day. Non abbiamo avuto nessun dubbio al riguardo. Ed è stato un successo della Rete e di tutti quei cittadini onesti che non ne possono più di questo governo che, invece di occuparsi dei problemi del Paese, della crisi economica, pensa solo agli interessi della Casta.

E’ vero, può capitare che questi movimenti spontanei poi, con il tempo, si disperdano.Ma credo che siano i limiti della democrazia al di là degli strumenti che si adottano. L’Italia dei Valori ha sempre sposato le istanze positive che arrivano dalla rete e lo ha fatto divulgando eventi e contenuti senza metterci la bandiera.L’importante è che la democrazia trionfi e che tutti i cittadini possano far sentire la propria voce".

Più volte in passato lei non ha nascosto posizioni di vicinanza nei confronti di Beppe Grillo, titolare di uno dei blog più visitati in Italia. Entrambi online ospitate la rubrica del giornalista Marco Travaglio “Passaparola”. Qual è il suo rapporto con Grillo, che negli ultimi mesi è stato alle prese con la fondazione del Movimento Cinque Stelle, formazione che ha riportato risultati molto positivi alle recenti elezioni regionali?

"Stimo Beppe Grillo e con lui ho un ottimo rapporto. Alle ultime elezioni regionali è stato ingiustamente accusato di aver provocato la sconfitta del centrosinistra in alcune regioni. Il Movimento Cinque Stelle di Grillo è un partito di protesta che rispetto. A questo punto è opportuno però fare un distinguo: Grillo denuncia un malessere sociale ma l’Italia dei Valori che sta già nelle istituzioni vuole andare oltre proponendosi come alternativa di governo. A tale riguardo, l’ottimo risultato che abbiamo ottenuto alle ultime elezioni regionali ci responsabilizza ancora di più nel ruolo di coprotagonisti e di pungolo della coalizione".

Anche organizzazioni di tipo terroristico come Al Qaeda sono pienamente consapevoli delle potenzialità della rete. Diversi gli utilizzi: attività di proselitismo, diffusione di filmati di ostaggi, rivendicazioni di attentati. Un pericolo per la rete? Le recenti misure annunciate dal Governo italiano in merito al web saranno utili a far fronte a questo tipo di rischi o si tratta di provvedimenti dall’efficacia limitata?

"E’ vero, è capitato che esponenti appartenenti alla matrice terroristica si siano serviti della Rete per diffondere tesi diaboliche e mostrare immagini disumane. Nonostante ciò, ritengo sarebbe un grave errore imbavagliare e censurare il mondo del web a discapito di chi, e mi riferisco alla stragrande maggioranza degli utenti di internet, utilizza la Rete come preziosa fonte di informazione, di lavoro, di comunicazione e di democrazia. A tale proposito, quando il nostro governo annuncia misure volte a fronteggiare questo particolare utilizzo della Rete non è credibile. Mi pare solo un modo per poter imbavagliare e controllare anche la comunicazione online".

Dopo l’aggressione ai danni di Silvio Berlusconi il presidente del Senato Renato Schifani ha dichiarato, a proposito di Facebook: ”si leggono dei veri e propri inni all'istigazione alla violenza. Negli anni ‘70, che pure furono pericolosi, non c'erano questi momenti aggregativi”. Ci sono rischi concreti legati all’utilizzo “politico” dei social network?

"I social network, e in generale i mezzi di comunicazione, possono avere pregi e difetti. Dipende dall’uso che se ne fa. Non bisogna però strumentalizzare episodi di folle violenza, che nulla hanno a che fare con Facebook, per tentare di censurare la Rete. E’ necessario, invece, vigilare e, nel caso ce ne fosse bisogno, denunciare la violazione agli organi competenti".

In conclusione, la rete mette a disposizione dei cittadini nuovi strumenti per una partecipazione attiva alla vita politica del Paese, non ancora del tutto sfruttati. Perché l’Italia diventi una vera e propria e-Democracy qual è la strada da seguire?

"Nonostante appaia evidente che la comunicazione stia utilizzando sempre più i nuovi network puntando sulla Rete, non è facile dire se e quando l’Italia diventerà una vera e propria e-Democracy.Un traguardo difficile da raggiungere ma che segnerà una vera e propria svolta nel modo di comunicare e di interagire con i cittadini".

Per essere costantemente aggiornati in merito alle interviste esclusive di Dialoghi Digitali ai protagonisti del web è online la pagina Facebook ufficiale della rubrica raggiungibile al seguente link

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