Negli ultimi 20 anni, nel mondo della tecnologia Apple si è sempre contraddistinta dalle aziende rivali per la sicurezza interna e la segretezza relativa ai suoi nuovi progetti. Andando avanti nel tempo e spostando sempre di più la produzione dei suoi dispositivi in Cina però, le indiscrezioni e le fughe di notizie relative all'azienda di Cupertino sono diventate sempre più frequenti: si è partiti dallo "scandalo" che vedeva protagonista l'iPhone 4 pubblicato da Gizmodo, fino ad arrivare alle voci di corridoio che negli ultimi tempi hanno descritto l'iPhone 6 praticamente in ogni suo minimo particolare.
Un graduale abbandono del culto della segretezza, fortemente voluto da Steve Jobs sin dai primi tempi di Apple Computers Inc. e che presto potrebbe ritornare reale, grazie all'ingaggio – da parte del colosso tecnologico di Cupertino – di duecento agenti di sicurezza il cui compito sarà quello di tenere sotto controllo le fabbriche asiatiche in cui vengono prodotti i dispositivi della mela morsicata.
Nello specifico, sembra che Apple abbia assunto le duecento guardie con il compito di intercettare e bloccare chiunque tenti di trafugare scocche, componenti, schemi, accessori e custodie dalla filiera di produzione asiatica. Un vero e proprio business, il cui scopo principale è quello di venderli a siti web di news e tecnologia, che pur di aggiudicarsi una breaking sono pronti a pagare cifre a dir poco importanti.
Non si hanno ancora notizie ufficiali da parte dell'azienda di Cupertino, ne sulle tempistiche necessarie per attivare la task-force contro le fughe di notizie, ma una cosa è certa: qualora l'indiscrezione si rivelasse veritiera, il design e le caratteristiche tecniche provenienti dai paesi asiatici che riguardano l'iPhone 6, potrebbero essere gli ultimi rumor a descrivere con ampio anticipo un dispositivo Apple.