Con un impegno nel pagamento di quattrocentocinquanta milioni di dollari da parte di Apple, volge quasi al termine la vicenda giudiziaria nata nel 2012 che vede protagonisti il colosso di Cupertino e cinque tra i più importanti editori negli Stati Uniti d'America. L'accusa è quella di aver messo in atto alcune pratiche illegali, con lo scopo di manipolare il prezzo degli ebook, con una conseguente concorrenza sleale.
Lo scorso Aprile 2012 infatti il Dipartimento di Giustizia statunitense ha accusato Apple e gli editori Hachette, HarperCollins, Macmillan, Penguin e Simon & Schuster per aver attuato un vero e proprio cartello nel mercato dei libri digitali, forti di un modello di business basato su revenue share, tipico dello store eBook di Apple, che sarebbe il co-responsabile di alcune pratiche commerciali scorrette.
Gli accordi chiusi tra il colosso della tecnologia e gli editori, consentirebbero di mantenere alti i prezzi dei libri e vanificare le politiche commerciali delle librerie digitali concorrenti, come ad esempio quella di Amazon, famosa per i forti sconti disponibili nella sua piattaforma: in soldoni, se prima gli editori avevano la facoltà di decidere un prezzo di vendita all'ingrosso e le librerie avevano la facoltà di decidere il prezzo di vendita finale, con l'arrivo di Apple e del suo business model si è passati di colpo alle revenue share (con le quali il 30 percento dei ricavi va nelle tasche della mela morsicata), che danno ai singoli editori la libertà di listino. Un fattore importante, che mette in serie difficoltà gli editori alternativi non in accordo con l'azienda di Tim Cook, vittime delle pressioni di mercato che di natura richiedono un allineamento con i nuovi prezzi.
Un accorto, quello tra Apple e gli editori, che avrebbe alterato i prezzi di vendita degli eBook, danneggiando i consumatori: il modello di business sotto accusa, impone che il prezzo praticato nello store digitale di Apple sia il più basso nel mercato, un'imposizione che come diretta conseguenza l'impossibilità di attuare ulteriori sconti da parte degli altri editori, che sono così costretti a tenere alti i prezzi dei libri digitali.
Nonostante sia un modello di business molto diffuso nei servizi in rete, come ad esempio quello alberghiero o quello dello streaming musicale, negli ultimi tempi le inchieste da parte degli organi giudiziari sono sempre maggiori e probabilmente le cose sono destinate a cambiare entro breve.
In ogni caso, il processo è ancora aperto, e per Tim Cook e soci c'è ancora la remota possibilità di vedere ridotta o addirittura eliminata la sanzione: "non abbiamo fatto nulla di male e crediamo che i fatti lo dimostreranno"– hanno dichiarato i rappresentanti legali di Apple – "L'accordo e contingente all'esito dell'appello stesso e se l'azienda dovesse uscirne vittoriosa, non sarà pagata nessuna cifra".