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Apple, Samsung e Sony accusate di sfruttamento del lavoro minorile

L’organizzazione per la difesa dei diritti umani Amnesty International ha accusato Apple, Samsung, Sony e altre aziende di non aver effettuato i controlli basilari per assicurarsi che i minerali utilizzati per la costruzione dei loro prodotti non vengano raccolti da bambini.
A cura di Marco Paretti
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apple samsung lavoro minorile

L'organizzazione per la difesa dei diritti umani Amnesty International ha accusato Apple, Samsung, Sony e altre aziende di non aver effettuato i controlli basilari per assicurarsi che i minerali utilizzati per la costruzione dei loro prodotti non vengano raccolti da bambini. In un rapporto divulgato nel corso delle ultime ore, Amnesty ha rivelato di aver individuato la presenza di bambini nelle miniere di Cobalto – indispensabile per creare le batterie al litio – della Repubblica Democratica del Congo. Il paese produce circa il 50% del cobalto mondiale e le miniere presenti sul territorio sono da anni causa di gravi problemi di salute per i lavoratori, che convivono con il costante rischio di incidenti fatali.

L'indagine ha svelato che bambini anche di 7 anni vengono impiegati all'interno delle miniere, dalle quali si estrae il minerale che poi viene inviato alla Congo Dongfang Mining International, una sussidiaria della cinese Huayou Cobalt. L'azienda processa il cobalto e lo vende ad altre realtà in Cina e in Corea del Sud, dove viene utilizzato per produrre le batterie agli ioni di litio attualmente inserite in una moltitudine di dispositivi, compresi smartphone, tablet e persino automobili. Molte aziende interpellate da Amnesty hanno affermato di non essere a conoscenza dello sfruttamento del lavoro minorile messo in atto in Congo, mentre altre, come Apple e Microsoft, hanno specificato di essere in fase di rivalutazione della propria catena di fornitura.

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Il rapporto dell'organizzazione si basa su 87 colloqui tenuti con altrettanti lavoratori delle miniere di cobalto localizzate nella Repubblica Democratica del Congo, compresi 17 bambini tra i 9 e i 17 anni. Amnesty ha ottenuto fotografie e video che dimostrano come i minorenni vengano utilizzati nelle zone delle miniere – raramente all'interno – peraltro senza protezioni o tutele. I bambini intervistati hanno spiegato di aver lavorato anche 12 ore al giorno per guadagnare tra 1 e 2 dollari. Il loro lavoro si svolge tipicamente all'aperto e prevede l'acquisizione e il lavaggio delle rocce da vecchi siti industriali o laghi e fiumi.

L'indagine ha rivelato che i bambini sono costretti a trasportare grossi carichi, affrontare diversi abusi fisici e vengono costantemente esposti a componenti chimici pericolosi. Un elemento che li mette a serio rischio di contrarre malattie polmonari gravi e persino di andare incontro alla morte. "È una vera tragedia e penso che le aziende che stanno generando profitto dal cobalto, che finisce all'interno dei nostri smartphone, dovrebbero far parte della soluzione" ha commentato Mark Dummett, ricercatore di Amnesty International. "Non ci vorrebbe molto per aiutare le vite di questi bambini". Secondo un ulteriore rapporto dell'UNICEF, nelle miniere della Repubblica Democratica del Congo sono presenti circa 40 mila bambini, mentre il Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti ha inserito il cobalto del Congo tra i materiali prodotti dal lavoro minorile.

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La risposta delle aziende è stata secca e immediata. "Il lavoro minorile non è mai tollerato nella nostra catena di fornitura" ha spiegato Apple in una nota. "Siamo fieri di aver guidato l'industria nella creazione di nuove tutele. Stiamo valutando differenti materiali, incluso il cobalto, per identificare gli eventuali rischi ambientali e lavorativi". L'azienda di Cupertino obbliga tutte le realtà scoperte ad utilizzare bambini a rimborsare il viaggio del lavoratore verso casa, finanziare la sua educazione, continuare a pagare il suo stipendio e offrirgli un lavoro nel momento in cui entra nella maggiore età. Samsung ha sottolineato di avere una "tolleranza zero verso il lavoro minorile" e che se viene individuata una violazione il responsabile viene immediatamente tagliato fuori dalla catena di fornitura. Risposte che Amnesty rifiuta senza mezzi termini. "Aziende con profitti totali pari a 125 miliardi di dollari non possono giustificarsi dicendo di non essere in grado di controllare da dove arrivano i minerali" ha concluso Dummett.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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