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Arduino: successo internazionale di un progetto open source italiano

Il gruppo italiano Arduino, fondato da Massimo Banzi, ha progettato un microcontroller open source che viene implementato da Google nella piattaforma mobile Android.
A cura di Vito Lopriore
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Arduino è un progetto open source creato dall'Interaction Design Institute, un istituto fondato dalla Olivetti e da Telecom Italia con sede a Ivrea. Si tratta di un microcontroller flessibile e facile da usare sia per quanto riguarda la componente hardware che software.

Progettato per designers, ingegneri, architetti, artisti e chiunque sia interessato alla creazione di oggetti e ambienti interattivi, il software può essere scaricato gratuitamente. La componente hardware open source è disponibile sotto una licenza Creative Commons e si è liberi di adattarla alle proprie esigenze. In questo modo, chiunque lo desideri può legalmente auto-costruirsi un clone di Arduino o derivarne una versione modificata.

L’idea è venuta a Massimo Banzi, ingegnere italiano che con un gruppo di esperti ha creato il microchip e un innovativo modello di business. Chiunque può scaricarsi l’hardware e modificarlo, utilizzarlo o venderlo. In questo modo una vasta comunità internazionale di sviluppatori hardware ha iniziato a collaborare e aggiungere componenti alla scheda. Possiamo trovare molteplici oggetti che contengono il microchip Arduino, nei suoi variabili usi: da router per telefoni a lettori mp3, da sintetizzatori ad amplificatori per la chitarra, fino a hardware da collegare con gli smartphone di cui parleremo più avanti, tutto ovviamente open source.

Quando nel 1991, il finlandese Linus Torvalds con altri volontari, stanco di Microsoft Dos, Apple e Unix ritenuti costosi e chiusi, decise di creare il sistema operativo open source Linux, sembrava un’idea insensata. Invece Linux ha avuto un grande successo e, supportato da società come IBM, Sun Microsystems, Hewlett-Packard, ha permesso la nascita di Internet, come lo intendiamo oggi: dando a molti, anche a coloro che vi hanno lavorato gratuitamente, maggior benessere economico.

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Si tratta della nascita del Web 2.0, l’intelligenza collettiva contro i monopoli, applicazioni sviluppabili e modificabili dagli stessi utenti, consentendo a Google, per esempio, di creare server a prezzi molto bassi, come Java e Perl, oppure la diffusione del software gratuito Apache, alla base di moltissimi siti del pianeta.

Banzi, che oggi gestisce la società di progettazione hi-tech Tinker.it, capì l’importanza di costruire e diffondere un hardware open source, dando la possibilità ai geek più entusiasti sparsi nel mondo di migliorarla e così ottenere molta più pubblicità gratuita rispetto ad un prodotto chiuso e non innovativo.

E' di qualche giorno fa la notizia che Google sta servendosi della scheda Arduino per migliorare il sistema operativo Android (anch’esso open source), usato per gli smartphone e i tablet. E’ stato creato un kit per progettare e costruire accessori da collegare ai cellulari. Il sistema operativo Android tra il 2009 e il 2010 è passato da una quota di mercato del 3,9% a quasi il 23 per cento, piazzandosi al secondo posto dopo il morente Symbian.

Il progetto è denominato “Tungsten”, conosciuto in Italia anche con il termine domotica, cioè interfacciare i dispositivi mobile di ultima generazione con gli oggetti di tutti i giorni: luci, elettrodomestici, impianti di riscaldamento, gadget, giochi, allarmi, qualunque cosa sia gestibile via software. Basta collegare un device Android con un sistema che abbia un hardware esterno e, con la possibilità di scaricare una app dall’Android Market, si possono governare dispositivi con la piattaforma mobile di Google. Android@Home comprende inoltre lo sviluppo di partnership con piattaforme hardware open source come Arduino, nella creazione e condivisione di kit (Open Accessory Development Kit) per interfacciare diversi dispositivi.

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Gli utenti possono, attraverso un cavo USB, collegare i propri cellulari ad una scheda elettronica e assemblare nuove componenti installando applicazioni interattive. Così, è possibile creare gadget, giocare, sperimentare, innovare e arricchire l’ecosistema che ruota intorno ad Android.

Una comunità sparsa in più di 40 paesi nel mondo lavora e sperimenta nuove soluzioni per il microcontroller piemontese. Arduino partecipa anche al programma: “Android Open Hardware di Google”.

L’obiettivo è quello di rendere facile l’uso di Internet e dell’elettronica in generale anche ai non addetti ai lavori. Richard Stallman, guru e attivista americano, è uno dei principali esponenti del software libero; inventò il concetto di copyleft, gioco di parole per significare un nuovo modello di gestione dei diritti d’autore fondato sulla libertà nelle licenze, nel rispetto però di alcuni requisiti fondamentali. Esempi di licenza copyleft è quella usata per Wikipedia fino al 2009 (data del passaggio alla licenza Creative Commons).

Tornando ad Arduino, che ha ricevuto una Menzione d'Onore nella sezione Digital Communities del Prix Ars Electronica 2006, negli Stati Uniti e in Cina alcune start-up stanno collaborando all’uso del microchip anche per il controllo termodinamico degli ambienti a uso domestico e lo sviluppo della conoscenza nelle scuole e nelle Università.

Il mercato dell’hi-tech, gli investimenti sull’advertising online, soprattutto sulle piattaforme mobili, l’esponenziale sviluppo dei social media sono in costante aumento. Il gruppo Arduino rimane in possesso solo del proprio marchio di fabbrica e, chiunque voglia creare e vendere un componente basato sulla scheda, deve pagare una modesta commissione. Banzi, durante una conferenza a Taiwan, rivolto al pubblico ha detto “Per favore, copiatelo!”.

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