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Barack Obama chiede la Carta dei Diritti in rete

La tutela degli utenti al primo posto nell’agenda di Governo del Presidente Usa. Il timore di Obama è che la gestione e il trattamento dei dati personali siano nelle mani di colossi privati come Google e Facebook, sempre più fuori controllo.
A cura di Angelo Marra
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Ogni giorno affidiamo sempre più informazioni alla rete e inevitabilmente ai big che gestiscono la maggior parte di traffico e servizi offerti agli utenti. Possedere dati sempre più dettagliati rappresenta un vero e proprio potere, che messo nelle mani sbagliate rischia di diventare un'arma pericolosissima. Le garanzie offerte dagli operatori privati non sempre sono sinonimo di condotta corretta, basti pensare ai numerosi scandali che hanno investito big del calibro di Google, proprio in merito alla questione della riservatezza dei dati e al loro riutilizzo. Obama fin dal suo insediamento ha voluto caratterizzare la sua presidenza con un occhio sempre attento alla rete, in ogni sfaccettatura.

Solo lo scorso anno aveva lanciato la proposta di istituire un National Internet ID, una specie di carta di identità per internet per provare a risolvere il problema dell'anonimato in rete, una soluzione spesso adottata per commettere atti illeciti. L'idea è caduta poi nel dimenticatoio, forse a causa del fatto che la segretezza della propria identità è stata uno dei motivi di maggior diffusione del web perlomeno nella sua fase iniziale. Ora il Presidente americano ci riprova, questa volta cercando di regolamentare l'utilizzo della mole infinita di dati che i grandi della rete come Google, Facebook, Yahoo e così via detengono nei propri database. La speranza è quella che si adotti un protocollo comune basato sui principi di controllo individuale, trasparenza, rispetto del contesto, sicurezza, accesso e appropriatezza, collezione limitata (ristretti limiti di tempo) e responsabilità.

Per fare ciò Obama ha deciso di riunire intorno al tavolo gli esponenti di tutte le grandi aziende che operano online per provare a trovare un accordo che regolamenti il trattamento dei dati personali in maniera chiara e fedele ai principi di riservatezza e privacy. Per ora il Consumer Privacy Bill of Right è soltanto una proposta ma è probabile che alla luce dei recenti scandali (come quello che ha investito Google, accusata di spionaggio nei confronti degli user di Safari e Internet Explorer) l'amministrazione Obama decida un'accelerata in tal senso. Prima che lo strapotere dei colossi della rete rischi di condizionare la vita dei cittadini e delle istituzioni.

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