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Bisignani incastrato da una email: Internet è anche un’arma di investigazione

L’inchiesta sulla cosiddetta P4 che sta sconvolgendo l’Italia è partita dall’installazione sul computer di Bisignani di un virus, “Querela”, che ha intercettato le conversazioni con uomini di spicco in qualunque ambito, dal politico all’economico, dallo sportivo all’ecclesiastico.
A cura di Vito Lopriore
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Ci sono nuove indiscrezioni, rilasciate dagli inquirenti, sull’arresto di Luigi Bisignani, ritenuto a capo della loggia segreta P4 che governerebbe l’Italia. Gli investigatori hanno inviato una email che, una volta aperta (magari contenente l’oggetto dei social network più famosi come Facebook) ha installato sul pc un programma microspia in grado di intercettare le conversazioni che Bisignani faceva su Skype, o attraverso altri software VOIP (Voice over Internet Protocol). Il virus ha preso il controllo della scheda audio consentendo così anche di registrare direttamente le chiamate, aggirando le difficoltà di protezione del software.

Questi programmi si chiamano Trojan, prendendo il nome dal famoso cavallo omerico, e vengono di solito installati dagli hacker, a insaputa degli utenti, per rubare dati personali, inviare spam o guidare dall’esterno un computer infetto. Dunque la tecnologia, in questo caso, ha permesso un arresto così importante, se si riveleranno fondate le ipotesi degli inquirenti.

“Querela”, questo il nome del software, è un esempio di uso positivo delle tecnologie da parte dello Stato; Bisignani sapeva di essere intercettato, cambiava spesso schede telefoniche, ma un momento di distrazione ha permesso di scoprire i suoi legami, attraverso le telefonate su Internet, anche con la fidatissima segretaria, proprio dal suo studio in Piazza di Spagna a Roma che credeva il posto più sicuro; tra i contatti segnalati ci sono politici (Prestigiacomo, La Russa, Frattini, Verdini, Capezzone, Bocchino, Franco Carraro, ex-presidente della Figc, si parla della portavoce del ministro dell’Interno Maroni, Isabella Votino) o della stampa (Mauro Masi, Minzolini) e aziendali (Paolo Scaroni dell’Eni, l’ex-presidente di Mediobanca Geronzi, Montezemolo) fino a personaggi come Flavio Briatore.

Un governo-ombra insomma, scoperto dal software pirata “Querela” che sta risolvendo anche molte inchieste contro la criminalità organizzata. Grazie alla crescita continua di Internet, le tecnologia diventa una risorsa internazionale legata alle strategie di competizione. Nel 2009 ci fu un attacco degli hacker cinesi ai server di Google, oppure i recenti casi rivelati sempre da Google degli account Gmail di importanti politici americani e asiatici (tra cui la Corea del Sud), giornalisti, militari e attivisti del dissenso cinese, violati per estrapolare informazioni da attacchi cibernetici provenienti dalla Cina. E' nota anche l’attività investigativa sullo scambio di email degli Usa per la cattura di Osama Bin Laden.

Famoso anche il caso di Stuxnet, definito dagli esperti il virus più potente mai visto, in grado ai autoreplicarsi, creato per infettare sistemi industriali; non è stato usato ma ha infettato milioni di computer senza fare danni, solo per dimostrare la sua potenza distruttrice. La maggior parte dei computer infettati è di Teheran, dunque si incrociano ipotesi sulle dinamiche geopolitiche internazionali per fermare il programma atomico dell’Iran. Anche se i confini tra politica, cyberterrorismo, legittima difesa, spionaggio di Stato devono essere ben distinti, Internet è una grande risorsa e la conoscenza del mezzo può portare benefici seri alla legalità, come dimostra lo strumento avanzato “Querela” che sta incastrando Bisignani e Alfonso Papa.

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