Dopo il polverone degli ultimi giorni Instagram ha chiesto ufficialmente scusa ai suoi utenti affermando che "rimuoverà" nel testo delle politiche sulla privacy tutti i termini che possano far intendere un'ipotetica vendita delle foto dei propri utenti.
Daltronde ve l'avevamo anticipato ieri ed oggi arriva la conferma direttamente tramite un articolo sul blog ufficiale del social network: il testo delle nuove Privacy Policy è confusionario e ad affermarlo è Kevin Systrom, il fondatore del gruppo che ha dato vita ad Instagram.
Che le persone non amino i grossi cambiamenti è un dato di fatto, quando poi si parla di privacy (argomento scottante a prescindere) il polverone diventa davvero enorme. La modifica delle politiche sulla privacy di Instagram ha portato ad una vera e propria rivolta tra gli utenti, che spinti da confusione ed una leggera disinformazione, hanno eliminato in massa i propri profili dal social network fotografico.
In effetti nessun altro network di condivisione fotografica ha dei termini di privacy come quelli di Instagram, dove se si interpretano singolarmente le (confusionarie) parole si è davvero spinti a credere il social network si sia preso il diritto di vendere le foto degli utenti ad aziende interne al gruppo (quindi a Facebook) per scopi pubblicitari. Ad esempio Google (che da poco è proprietaria di Snapseed) nelle sue policy scrive "I diritti che si concedono in questa licenza sono per il solo scopo di operare, promuovere e migliorare i nostri serivzi".
Nel 2007 anche Yahoo fece un grosso passo falso, dando la possibilità a Nintendo di utilizzare le immagini di Flickr nel portale della Wii, ma subito modificò nuovamente le proprie policy facendole diventare user-friendly e molto apprezzate dai fotografi di tutto il mondo.
A questo punto i concetti da chiarire sono 3: pubblicità su Instagram, diritti degli utenti e le impostazioni sulla privacy ed al costo di sembrare troppo "scolastici" li tratteremo singolarmente, in modo da far chiarezza una volta per tute.
- Pubblicità su Instagram: Instagram è di Facebook, e il buon vecchio Mark fa business. L'unico modo lasciare Instagram e gli altri social network gratuiti è la pubblicità, che verrà presto introdotta anche nell'applicazione di foto sharing. Per fornire contenuti interessanti agli utenti, Instagram utilizzerà un sistema di pubblicità "intelligente" che terrà conto dei like degli utenti stessi, della loro posizione geografica e di altri fattori che verranno inviati ai server dell'applicazione in modo da riuscire a capire cosa vi piace, dove siete ed addirittura il vostro target d'età. Per essere ancora più chiari ed espliciti: Instagram non venderà i vostri scatti fotografici.
- Diritti degli utenti: tutti gli utilizzatori di Instagram sono proprietari dei propri scatti. Non è cambiato assolutamente nulla e non avete da preoccuparvi.
- Impostazioni sulla privacy: anche in questo caso non cambierà assolutamente nulla e sarete solo voi a decidere, tramite le impostazioni nell'applicazione, se rendere i vostri scatti pubblici o privati.
Ma allora, in soldoni, a cosa servirà questa modifica di Instagram? Troveremo davvero delle foto di un ipotetico utente di Instagram sul menù del nostro ristorante preferito? La risposta è no, ovviamente.
Anche se a molti (me compreso) la frase "il testo delle nostre policy è confusionario" potrebbe far intendere "e vabbè, ci abbiamo provato", in realtà tutto questo polverone e tutta questa disinformazione sono stati alzati da una modifica (comunicata agli utenti in maniera indubbiamente molto confusionaria) volta all'introduzione in Instagram di pubblicità molto simili alle "Storie sponsorizzate" che ormai ci stiamo abituando a vedere su Facebook. Storie che si basano essenzialmente su algoritmi che considerano i "Mi Piace" degli utenti sul social network.
Quindi, di nuovo, state tranquilli: ci avranno anche provato, ma tutti i vostri scatti su Instagram sono e saranno sempre di vostra proprietà.