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Catturati in Francia i possibili autori della truffa (a sfondo sessuale) del finto hacker

Sono due giovani francesi di 21 anni, accusati ora di essere gli autori di una truffa che ha tenuto banco online per tutto il 2019. I truffatori facevano credere alle vittime di essere in possesso di materiale video compromettente sul loro conto registrato dalla webcam del loro computer, e potrebbero aver guadagnato più di 1 milione di euro in riscatti.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Per tutto il 2019 un particolare tipo di raggiro online ha continuato a circolare praticamente indisturbato in Rete, a ondate conesecutive: la truffa del finto hacker intrufolato nel computer della vittima dopo la visita a un sito pornografico. La truffa si è diffusa via email per mesi ma ora sembra che gli autori siano stati trovati e catturati: a riportarlo è stato nei giorni scorsi il quotidiano francese Le Parisien, secondo il quale i colpevoli sarebbero due cittadini francesi di 21 anni ora accusati di aver ideato un sistema capace di inviare più di 20 milioni di email in un anno e di guadagnare dalla truffa più di 1 milione di euro.

La truffa a sfondo sessuale

Del raggiro avevamo già parlato in passato: si tratta di una messinscena a metà strada tra la truffa e la sextortion, l'estorsione a carattere sessuale. Il piano parte infatti dall'invio di un'email con un semplice stratagemma che fa figurare come mittente lo stesso indirizzo del destinatario; questo semplice trucco dovrebbe far credere alla vittima che il proprio computer è finito nelle mani di un pericoloso hacker, mentre così non è.

A rendere credibile la presentazione dei finti hacker c'è però un altro aspetto: in alcune delle email vengono visualizzate a scopo dimostrativo delle password effettivamente in uso o già utilizzate in passato dalla vittima. Una rivelazione simile può effettivamente convincere il destinatario che il suo computer sia stato compromesso, ma in realtà la spiegazione è semplice: dati simili possono essere stati raccolti durante una delle numerose fughe di informazioni che hanno coinvolto le banche dati online in tutto il mondo.

Una volta stabilita le propria credibilità, nel messaggio i truffatori raccontano alla vittima che il computer è stato infettato da un malware contratto durante una visita a un sito hard, e che da tempo il codice malevolo sta registrando il flusso video proveniente dalla webcam del computer, compresi gli atteggiamenti più sconvenienti assunti davanti allo schermo negli ultimi mesi. Segue la richiesta di pagare un riscatto in Bitcoin tra i 500 e i 750 euro per evitare che il paventato video venga diffuso online insieme ai riferimenti del destinatario.

Le vittime

Nel testo delle email naturalmente non c'è nulla di vero, a parte l'indirizzo del portafoglio Bitcoin fornito per disinnescare una minaccia che in realtà non esiste. In molti però sono caduti nel tranello: tra le vittime — contattato da Le Monde — c'è anche l'attore francese Jean-Pierre Castaldi, mentre solo in Francia — riporta Le Parisien — le denunce pervenute alle forze dell'ordine sono state più di 1900. Tra queste, centinaia sono relative a vittime che hanno effettivamente pagato il riscatto, ma le richieste di delucidazioni al centro di prevenzione delle frodi digitali sono state più di 28000, e le cifre non tengono comunque conto di tutti coloro che, per vergogna o timore di ritorsioni, hanno deciso di buttarsi l'accaduto alle spalle.

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